I temi
Terzo mandato e fine vita, Meloni equilibrista, Salvini alza i toni con FI sullo ius scholae
Centrodestra al lavoro per prolungare il mandato dei governatori: timida apertura di FdI. Sarà un assist per Zaia? Giorgia evita crepe nel governo. Ma Tajani rilancia la cittadinanza e il leader leghista tuona: “Non è una priorità”

È la sindrome del Marchese del Grillo quella che da Roma rimbalza nei capoluoghi di Regione. O almeno a Venezia, Napoli e Bari, gli Enti che andranno al voto in autunno. Con tre governatori che si sono appena rianimati: Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. “Quanno se scherza bisogna esse seri”: Alberto Sordi o Giorgia Meloni, si chiedono i parlamentari di centrodestra? Un dubbio che assale i partner per l’improvvisa apertura di Fratelli d’Italia sul terzo mandato. Ovvero: quella della premier sarà un’esca per addomesticare e convincere la Lega (come quelle magistralmente interpretate dall’attore romano) o “fanno sul serio”?
Prolungare i mandati
Il capogruppo di FdI a Palazzo Madama, Lucio Malan, continua a prenderla lunga: “Non è il punto forte del nostro programma, però è opportuno aprire un dialogo e valutare la fattibilità”. Con le elezioni regionali alle porte, il tema è come prolungare il mandato dei presidenti. “Io credo che un decreto su un argomento di questo genere abbia le sue difficoltà, e se si decidesse di farlo bisognerebbe partire al più presto perché altrimenti mancherebbero i tempi”, osserva Malan. Insomma, luci e ombre: la palla resta al centro. Parla anche un diretto interessato, Luca Zaia: “Ci sono due possibili varianti: una è lo sblocco dei mandati, l’altra è l’eventuale slittamento delle elezioni”. A gelare le aspettative, almeno di via Bellerio, interviene il meloniano Francesco Filini: “Vedremo se la riflessione che stiamo facendo rientrerà per questa tornata delle regionali o sarà per le prossime”. Tradotto: se non riguarderà il doge del Veneto, può essere utile per il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
Il Pd fuori dalla partita
Il Pd da mesi si è già tirato fuori dalla partita, nonostante la blasonata “corrente” degli amministratori. Elly Schlein ha deciso che vale di più la “testa” di Vincenzo De Luca. Lo conferma Marco Sarracino, responsabile Sud del Nazareno: “Per noi non cambia nulla”. A sperare nella quadra resta Matteo Salvini: “Sul terzo mandato la posizione della Lega è chiara da anni”.
Tajani deve passare “dalle parole ai fatti” sullo ius scholae
Sulla cittadinanza, invece, cambia lo scenario: è Forza Italia a premere, con gli altri due partner molto più freddini (soprattutto la Lega). L’esito sconfortante del referendum di +Europa (il meno votato dagli elettori 5 Stelle e Pd), ha rianimato il percorso più moderato che già un anno fa era diventato il cavallo di battaglia di Antonio Tajani. Lo spiega la vice responsabile del dipartimento Esteri degli azzurri, la deputata Isabella De Monte: “La nostra proposta identifica un iter ragionevole, 10 anni di istruzione scolastica regolare, al termine dei quali arriva il traguardo della cittadinanza italiana”. Per De Monte, “come Paese, abbiamo tutto l’interesse a creare un binario di regole certe per riconoscere doveri e diritti all’immigrazione regolare”. In 48 ore il volano di FI ha intercettato consensi imprevisti. “Lo voto appena arriva in Parlamento”, ha detto Carlo Calenda. A sorpresa si risveglia il Pd. “Va ripreso in mano lo ius scholae insieme a Forza Italia”, insiste Graziano Delrio. La pentastellata Chiara Appendino incita: “Tajani passi dalle parole ai fatti”. Lo stop ancora una volta lo fischia Salvini: “Non è una priorità dell’azione di governo. Occupiamoci d’altro”.
Fine vita e destini diversi
Sul fine vita, il vertice di maggioranza di martedì pare essere terminato con una fumata bianca. Lo sostiene il relatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin: “Sono stati affrontati alcuni nodi da sciogliere ma la legge si farà”. E prosegue: “Il primo riguarda le cure palliative. C’è stata una convergenza tra le forze di centrodestra sulla necessità di aumentare le risorse per finanziarle, monitorando al contempo l’uso che le Regioni fanno delle somme già stanziate”. C’è già una data: “In Aula a luglio con una proposta comune”. Intanto sul tema in Parlamento giacciono 11 proposte di legge. Insomma, destini diversi: la trainer di Palazzo Chigi ha un intenso programma di attività per i suoi indisciplinati allievi. All’ombra del Nazareno imperversa il dibattito: abbiamo vinto o no?
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