Tommaso Paradiso si dice “posseduto dal mio lavoro. È una passione fare tutto: scrivere testi, comporre musica, eseguirla in un disco o dal vivo. È una febbre che mi mangia dentro, quando non c’è. Sinceramente ho difficoltà a relazionarmi con altro che non sia la musica”. 39 anni, nato a Roma e laureato in filosofia, il cantante e autore, ex leader del gruppo The Giornalisti, è tornato con un nuova canzone, Viaggio intorno al sole. Partirà il prossimo novembre in tour. Si è raccontato in una lunga intervista di Walter Veltroni su Il Corriere della Sera.

La sua ultima canzone fa riferimento anche al senso di impotenza che si vive in questi anni difficili, provati da pandemia e crisi internazionali, e di quanto la vita quotidiana e i media siano ossessionati da algoritmi e numeri. Dice però di avere grande fiducia nei giovani di oggi, che hanno a cuore temi come l’ambiente e i diritti individuali. Lui da giovanissimo aveva cominciato a soffrire di attacchi di panico.

“L’ho affrontato, questo problema, con l’analisi. Ed è stato molto utile. Le cose ora vanno meglio. Il primo episodio fu quando avevo diciotto anni, alla fine della scuola. È un momento difficile, per i ragazzi. Ci si separa da molte certezze e da quel momento di attesa e di scoperta che è l’adolescenza e ci si sente proiettati in una dimensione sconosciuta, chiamati a fare sul serio. In classe, lo ricordo ancora, fui impressionato da un quadro del Seicento in cui veniva rappresentato un uomo con il corpo da angelo e la testa da diavolo. Mi mancò il respiro, corsi fuori a cercare aria e acqua da gettarmi sul viso. Da allora ne ho avuti molti di episodi così e una volta sono anche finito in ospedale. Ora sono quasi spariti e comunque l’analisi mi ha dato gli strumenti per razionalizzarli e dominarli”.

Paradiso ha raccontato di non aver mai conosciuto il padre. “All’inizio non mi accorsi neanche di avere un padre. Per questo sorrido quando ascolto certi discorsi sulla necessità delle due figure tradizionali come garanzia di una famiglia perfetta. Per me, bambino, era quella formata da mia madre e da me, la famiglia giusta. Mamma, per sopperire all’assenza di una figura maschile, è stata molto severa. Talvolta mi incuteva persino terrore, lo faceva per proteggermi, perché poi mi ha sempre ricoperto d’amore e di cura e mi ha sempre lasciato libero di fare la mia strada”.

Quel padre “si è fatto vivo solo una volta, su Instagram. Io avevo messo una frase tratta da un mio brano, Dr. House. In foto ero con Carlo Verdone, al quale voglio un gran bene. La frase che avevo postato era: ‘Ma forse cerco solo un padre’. Lui ha scritto sotto: ‘Guarda che un padre tu ce l’hai’. Non ho mai risposto, non voglio farmi del male, non voglio cercare tormento. Non so cosa lui abbia fatto nella vita e il suo volto l’ho visto solo quella volta, quando sono risalito al suo profilo. Non ho provato emozioni. Lo schermo del cellulare raffredda, mette distanza. E poi ora non ho più paura del vuoto”.

Avatar photo