Arriva anche a Napoli quell’amore, quell’addio e quel ricongiungimento che i Coma_Cose hanno fatto vedere sul palco di Sanremo nel corso dell’ultimo Festival. Domani sera, 31 marzo, il duo composto da Fausto Lama e Francesca California andrà in scena alla Casa della Musica – Federico I, Palapartenope, alle 21:00, biglietti in vendita su Ticket One.

Sempre a Sanremo erano esplosi quei due. Anno 2020: la canzone era Fiamme negli occhi. Quel duo era esploso con il loro mix di musica urban, rap, calembour e giochi di parole, sensazioni da schitarrata elettrificata, una “canzone da spiaggia del futuro, ma anche di una colonna sonora per un viaggio in auto” l’avevano definita. Avevano colto nel segno, così come erano riusciti a fare nell’ambiente indie, it-pop italiano prima, appena dopo i primi singoli.

A Sanremo sono tornati con L’addio, Fausto Zanardelli in arte Lama e Francesca Mesiano in arte California. Coppia anche nella vita. Si sono incontrati a Milano, lui di Salò e lei di Pordenone. Il nome Coma_Cose, hanno spiegato, sfugge a qualsiasi ermeneutica razionale: “Coma” definisce un momento storico difficile, dal quale è il momento di svegliarsi; “Cose” è stato aggiunto, in sostanza, perché suonava bene. Hanno pubblicato i primi quattro brani, con videoclip annessi, tra febbraio e giugno del 2017.

A ottobre dello stesso anno è uscito il concept EP Inverno Ticinese: tre brani e un tour che è andato spesso e volentieri sold out. Sono esplosi nell’ambiente indie con il singolo e il video di Post Concerto del marzo 2018. Il loro primo album, Hype Aura, è uscito a marzo 2019 e ha raccolto consensi sia nel pubblico che nella critica. Due dischi d’oro all’attivo per Post concerto e Mancarsi.

Dopo quello altri due, Nostralgia del 2021 e Un meraviglioso modo di salvarsi, uscito appena qualche mese fa nel 2022. Hanno raccontato che L’addio l’hanno scritta “per superare una crisi, anziché andare dal terapeuta di coppia – ha spiegato Lama a Tv Sorrisi e CanzoniIl tema è il coraggio di lottare per proteggere un rapporto dal tempo che passa e dalle fragilità quotidiane”.

 

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