L'intervento a Montecitorio
Il discorso di Zelensky in Parlamento: “Nostro popolo è diventato un esercito, obiettivo di Putin è l’Europa”

Mariupol, la “città martire” ucraina che da quasi un mese è sotto bombardamento russo, come Genova, “aveva mezzo milione di abitanti, immaginate Genova completamente bruciata”. Con questo paragone il presidente Volodymr Zelensky porta nel Parlamento italiano il drammatico conflitto in Ucraina, in un discorso di 12 minuti aperto e chiuso da due lunghi applausi della Camera, con i parlamentari che hanno seguito in religioso silenzio le parole del numero uno di Kiev, che un po’ a sorpresa non ha fatto alcun riferimento o paragone tra il conflitto in corso in Ucraina e la resistenza dei partigiani in Italia contro il nazifascismo.
Zelenski parla con addosso una camicia grigioverde e la bandiera ucraina a lato e ricorda come dall’inizio della guerra, quella che Putin e la propaganda russa ancora oggi definiscono “operazione militare speciale” per “denazificare” il Paese, sono stati “decine di migliaia le famiglie distrutte, i morti vengono seppelliti nelle fosse comuni, l’invasione russa sta distruggendo il nostro Paese, il nostro popolo è diventato un esercito”.
Quindi il riferimento a Mariupol “che aveva mezzo milione di abitanti, è come Genova, immaginate Genova completamente bruciata”.
Zelensky ha ricordato nel suo discorso come soltanto una settimana fa ha parlato in videocollegamento ad un incontro a Firenze. Lì “ho chiesto a tutti gli italiani di portare il numero 79, che era il numero di bambini uccisi, ora sono ora 117, a causa del procrastinarsi della guerra. Con la pressione russa ci sono migliaia di feriti, centinaia di migliaia di vite distrutte, di case abbandonate, i morti nelle fosse comuni e nei parchi”, ha sottolineato il presidente ucraino.
“Dopo tutta la tragedia vissuta, ora Kiev ha bisogno di vivere nella pace, una pace continua, eterna, come deve averla Roma e qualunque città del nostro mondo. Ma a Kiev ogni giorno si sentono le sirene e cadono le bombe e i missili“, ha aggiunto Zelensky ricordando come il popolo ucraino sia stato “vicino” a quello italiano “durante la pandemia”. “Noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l’alluvione. Noi apprezziamo moltissimo ma l’invasione dura da 27 giorni, quasi un mese: abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni”, è stata la richiesta del numero uno di Kiev.
Capitale ucraina dove le forze armate russe “torturano, violentano, rapiscono bambini, distruggono e con i camion portano via i nostri beni. L’ultima volta in Europa è stato fatto dai nazisti. L’esercito russo è riuscito a minare anche il mare vicino ai nostri porti: questo è un pericolo anche per i Paesi vicini“, ha denunciato Zelensky.
Quindi l’avvertimento sul ruolo dell’Ucraina e sulle mire russe di Putin: “Obiettivo non è l’Ucraina, ma l’Europa, avere il controllo della vostra politica, dei vostri valori. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo per entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare”.
Un discorso accolto con una lunga standing ovation dei parlamentari presenti, anche se nell’Aula di Montecitorio come pronosticato non si è registrato il ‘tutto esaurito’. Malgrado siano stati invitati deputati e senatori, in Aula si sono registrati degli scranni liberi e le tribune, tranne quella della stampa, erano piuttosto vuote.
Le parole di Draghi
La replica di Mario Draghi alle parole di Zelensky è anche più dura nei confronti della Russia rispetto alle parole pronunciate in videocollegamento dal presidente ucraino.
“La resistenza di tutti i luoghi in cui si abbatte la ferocia del presidente Putin è eroica“, spiega il premier nel suo intervento, ricordando come il Paese “non difende solo se stessa ma la nostra pace, libertà e sicurezza”.
“Dall’inizio della guerra l’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del presidente Zelensky e dei cittadini ucraini. Il vostro popolo è diventato il vostro esercito, l’arroganza del governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino che frena le mire espansionistiche di Mosca e pone costi altissimi all’esercito invasore“, ha aggiunto quindi Draghi sottolineando lo sforzo italiano nelle sanzioni contro Mosca col congelamento di beni per 800 milioni di euro agli oligarchi russi ma aggiungendo anche che “l’Italia è pronta a fare di più sulla crisi ucraina“.
Ma le parole più importanti sono quelle più ‘politiche’ e sull’inquadramento dell’Ucraina nel contesto internazionale. “Vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa: è un processo lungo fatto di riforme necessarie. L’Italia è a fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea”, ha spiegato in Aula Draghi.
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