Il mondo del vino italiano esce da un annus horribilis. Mesi di lockdown hanno pesato enormemente: sia sui produttori, vittime del crollo delle vendite causato dalla chiusura di ristoranti ed enoteche, sia sulle aziende fieristiche, bloccate per mesi e a rischio tracollo. Ecco perché la Vinitaly Special Edition che apre domani i battenti a Verona (17-19 ottobre 2021), pur nelle dimensioni ridotte rispetto a quelle tradizionali, sembra un modo per uscire finalmente dall’apnea depressiva delle restrizioni pandemiche.

«Il ritorno al fare fiera rappresenta uno strumento fondamentale per l’internazionalizzazione delle Pmi italiane, che dalle manifestazioni business ricavano il 50% delle proprie esportazioni», spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, l’ente che organizza Vinitaly. «Questa funzione ‘sociale’ per l’economia reale data dal sistema fieristico – prosegue Danese – si riflette perfettamente nel comparto vino, autentico campione di made in Italy con una bilancia commerciale attiva per 6,5 miliardi l’anno, il cui tessuto connettivo è rappresentato da piccole e micro-imprese». Questo il senso di questa breve anteprima, in attesa del ritorno della fiera tradizionale nell’aprile 2022 con la 54^ edizione: in quella occasione, assicura Danese, «Veronafiere ribadirà al mondo tutta la forza del vino italiano, che anche grazie alla sua fiera di riferimento ha visto un incremento delle vendite all’estero di circa il 150% negli ultimi vent’anni».

Nel frattempo, dopo un 2020 in perdita, torna a correre nel primo semestre di quest’anno (+15,6%): a fare da traino soprattutto i vini spumanti con un +26%. In questo clima di ripresa, l’evento smart messo in piedi dalla Fiera di Verona ospita più di 400 aziende vitivinicole: tra queste, i principali brand individuali, le collettive regionali e quelle consortili. A Verona, poi, saranno presenti circa 200 buyer esteri selezionati direttamente da Veronafiere e Ice Agenzia provenienti da 35 nazioni. Dai consolidati Stati Uniti alla Cina, dal Regno Unito al Canada, dai Paesi Balcanici alla Russia fino alla Polonia, al Kazakistan e ai Paesi del Nord Europa. Germania, Francia e Svizzera guidano le principali delegazioni europee. «La congiuntura relativa agli scambi mondiali è tornata positiva, e le nostre ricognizioni ci segnalano un vino tricolore in forte ascesa nelle principali piazze mondiali», assicura Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.

Nonostante l’edizione ridotta, il calendario della fiera resta molto ricco e invitante. Il palinsesto dedicato agli affari conta 12 appuntamenti tra convegni e focus di mercato, da quello domestico a quelli internazionali, e 50 degustazioni per operatori e buyer che spaziano dal biologico agli orange wine. Da segnalare l’agenda di incontri firmati da Fipe (la Federazione italiana pubblici esercizi) e da Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane, oltre all’approfondimento sul mercato del vino nei supermercati. Spazio inoltre al biologico con le cantine e i vini green: un movimento che, nel 2020, secondo il report di Mediobanca Ufficio Studi Sace e Ipsos del luglio 2021, ha registrato un aumento delle vendite di quasi l’11%. Tra le novità di quest’anno c’è il debutto della mixology: i bartender più talentuosi e di tendenza si cimentano in masterclass, approfondimenti e laboratori, alla ricerca di nuovi drink a base di vini, liquori e distillati.

Realizzata in partnership con Bartenders Group Italia, la nuova area tematica offrirà al pubblico di professionisti presenti a Verona non solo uno spazio per scoprire e testare i trend del momento, ma anche una finestra su un mercato sempre più dinamico e vivace che vede nell’horeca un canale privilegiato. E che trova nel vino un alleato strategico per l’affermazione della cultura del “bere bene”. Inoltre, come in una matrioska, la Vinitaly Special Edition conterrà di fatto altre due fiere specializzate: Enolitech, dedicata alle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra, e Sol&Agrifood, rivolta alle aziende dell’agroalimentare di qualità. Ritorna anche l’appuntamento del Wine2Wine business forum, un programma di formazione e networking con cento relatori internazionali, 17 aree tematiche, più di 1500 operatori e manager. Uno spazio, infine, sarà dedicato anche all’arte. Domenica, presso le Gallerie Mercatali, sarà inaugurato il vernissage della mostra site-specific Falling Dreams.

La gigantesca installazione multimediale, commissionata da Pasqua Vini al collettivo artistico romano None, esplora il tema del sogno e la sua portata creatrice. «Desideravamo condividere anche con la nostra città questo bellissimo progetto, dedicato alla creatività, al talento e al vino italiano, in attesa di aprire una nuova stagione di iniziative», spiega Riccardo Pasqua, amministratore delegato di Pasqua Vini. L’opera ha un’architettura eterea fatta di luce e acqua: una cascata di nuvole alta sei metri che ricrea un paesaggio sospeso e fluttuante. Anche così, il mondo del vino ritorna a sognare.

Journalist, author of #Riformisti, politics, food&wine, agri-food, GnamGlam, libertaegualeIT, Juventus. Lunatic but resilient