Il momento della verità in Toscana arriverà a fine 2024. Forse già a giugno, quando chi ha una busta paga o una pensione avrà già pagato alla Regione il doppio delle tasse in ogni mese del primo semestre. La diversa flessibilità dei fattori economici, gli effetti regressivi dell’imposta insieme alla congiuntura internazionale saranno i cardini ineludibili per dare un giudizio compiuto sulla politica di bilancio portata avanti dal Pd. La Toscana si trova in una situazione di “disavanzo sulla sanità”, di “difficoltà finanziarie del sistema sanitario toscano”.

L’innalzamento al massimo dell’addizionale regionale Irpef è iniquo e ingiusto. È inciso nella Carta del 1948 dai Padri costituenti che l’imposizione equa è legata all’azione efficace ed efficiente della pubblica amministrazione. Non abbiamo votato questo assurdo aumento delle tasse per non essere corresponsabili dell’incapacità di gestire il servizio sanitario. Non lo condividiamo nel metodo, nel merito, ma anche nella gradualità. Se non c’è un disavanzo, per il quale vanno assunte responsabilità precise, ma c’è una difficoltà di natura finanziaria a fronte di servizi erogati. Allora la Toscana può e deve migliorare, rivedere, ottimizzare i servizi sanitari. Noi ci siamo per riorganizzare la rete ospedaliera. Nella passata legislatura in commissione Sanità, di cui ero presidente, portammo avanti un controllo minuzioso, dettagliato, puntuale, sul lavoro svolto dalle aziende sanitarie regionali. Avevamo un confronto costante nel merito con le direzioni e le aziende sanitarie, con l’assessorato, con il governatore e insieme affrontammo anche fasi difficili. Non ci nascondemmo quando ci trovammo in una situazione similare, non come importi, ma analoga in difficoltà e questioni da risolvere.

Non possiamo esimere questa discussione dalla ricerca di chi ha controllato e gestito la sanità regionale. Non venga mai detto che non avevamo chiesto di prendere il MES sanitario. Quelle risorse oggi sarebbero nella casse del Governo, sarebbero state a vantaggio delle Regioni. Sarebbero servite per la parte corrente dei servizi sanitari, a fare ciò che in molti dicono di voler fare: pagare meglio gli infermieri, i medici, gli operatori sanitari, assumerne di più, dare servizi sanitari. Per un medico in media l’aumento dell’Irpef porterà l’addizionale da 1600 a quasi 3000 euro l’anno. Se lo può permettere? Certo, ma è una categoria, un lavoratore, che vedrà azzerato l’aumento contrattuale ricevuto. Con i medici anche i professionisti della sanità, da eroi della pandemia diventano tutti Pantalone, maschere paga tutto. La pletora delle lavoratrici e dei lavoratori oltre i 28.000 euro lordi è folta. Tante categorie, come operai, impiegati, insegnanti, tanti i pensionati che avranno un incremento del 97,61% sulla fascia da 28 a 50mila euro lorde l’anno e del 92% nella fascia oltre 50mila euro. È stata persa la bussola della capacità contributiva.

Una percentuale di incremento maggiore sullo scaglione più basso. Portare la Toscana ad un livello maggiore di tassazione, quasi come fosse un precommissariamento automatico, è sbagliato. A chi dice che è giusta perché la fascia più bassa non sarà toccata ricordo che la fascia minima vedrebbe l’incidenza di 30 euro su base annua. Tutti devono concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, per le proprie possibilità. C’è solo un partito nella storia della Repubblica italiana che ha sostenuto la gratuità, i 5 stelle. La Costituzione quando prevede il livello di progressività non esclude, emancipa. Chi più ha più paga, chi meno ha meno paga. No, non paga. Quella è una visione per cui a un certo punto Conte è sceso sulla Terra e ha detto che potevi non lavorare, perché lo Stato ti dava un sussidio. Una storia finita. È una stagione da incubo terminata.

La Toscana è la Regione che ha fatto storia e cultura del riformismo. Non possiamo oggi scappare dalle responsabilità. Il concetto di tassazione preventiva esonera da una parte le case farmaceutiche sul credito da payback e dall’altra il Governo Meloni ad assumersi la propria responsabilità. Un Governo che evidentemente viene agevolato da questa misura. Non ha senso definire l’aumento delle tasse regionali Meloni Tax. Rifuggo la cultura della colpa agli altri. Oggi governano loro, ieri c’eravamo noi. La posizione di chi dice è “colpa degli altri” non mi appartiene. Oggi l’orizzonte deve essere il livello dei servizi sanitari, la riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera, il miglioramento dei livelli di prenotazione, l’assistenza puntuale e personalizzata ma non impropria, la gestione della cronicità evolutiva ad esito infausto, no l’aumento delle tasse. Abbiamo chiesto alla maggioranza di affrontare questa discussione. La legislatura Giani per cosa passa alla storia? Perché ha aumentato l’addizionale Irpef o perché vuole fare le riforme? Mettiamo in campo una battaglia su questo. Siamo disponibili anche ad assumerci questa responsabilità collegiale, a fare insieme una forte vertenza se vogliamo introitare le risorse del payback. E ad assumerci responsabilità qualora sarà il Governo a chiedere un piano di rientro. La nostra lealtà alla maggioranza e il sostegno al presidente Giani non sono venuti meno. Abbiamo sostenuto Giani anche nelle battaglie più difficili. Dal Piano dei rifiuti, tra i punti dell’accordo siglato nel 2020 in una coalizione composta da sei liste, per arrivare a Giani commissario straordinario per l’energia che ha portato al rigassificatore, al rendere la Toscana indipendente energeticamente dalla Russia.

Stefano Caramelli

Autore