“Tra il covid-19 e il vaccino scelgo di vaccinarmi”. È quanto ha scritto su Facebook l’infettivologo Rodolfo Punzi, direttore di malattie infettive dell’Ospedale Cotugno di Napoli. Il nosocomio è il principale avamposto contro la pandemia da coronavirus, riconosciuto tra i centri più importanti a livello mondiale, come provato da un servizio di SkyTg24 Uk della scorsa primavera, in piena prima ondata. Stamattina le prime dosi del vaccino Pfizer-BioNTech – efficace al 95% alla seconda somministrazione – è arrivata a Napoli intorno alle 8:00 all’Ospedale del Mare.

A vaccinarsi anche il governatore Vincenzo De Luca. Il Presidente della Campania ha esortato tutti a farsi inoculare il farmaco. Proprio per la sua scelta di farsi vaccinare, De Luca è oggetto in queste ore di una critica serrata. Punzi, da parte sua, ha voluto lanciare un messaggio. “Il senso di questa giornata è di cercare di riacquistare una normalità nella vita e mandare un segnale chiaro di fiducia ai cittadini nel dire no al covid e sì al vaccino”.

 


È stata sempre una scelta simbolica, quella dei primi vaccinati, in ogni parte del mondo. Il primo italiano un’infermiera, dell’ospedale Spallanzani di Roma, Claudia Alivernini, 29 anni. Scelte analoghe negli Stati Uniti e in Canada. “Noi potremo continuare a fare il nostro lavoro con serenità anche sapendo di non diffondere il virus . ha detto Punzi all’ANSA – La vaccinazione è l’unica possibilità di vincere questa guerra che combattiamo da dieci mesi con fortune diverse, quindi ci vuole una campagna vaccinale allargata; dopo gli operatori sanitari saranno vaccinati gli ospiti delle rsa, poi gli ultra ottantenni e poi i pazienti fragili non ultra ottantenni e via via. Mi auguro che per fine estate o inizio autunno possiamo avere un’immunità di gregge”.

Il direttore ha spiegato anche perché chi ha già avuto il covid ed è guarito sarà l’ultimo a vaccinarsi: “Non è una categoria prioritaria, non sappiamo molto dal punto di vista immunologico sulle difese anticorpali ma si possono mettere sicuramente questi soggetti nelle fasi finali delle vaccinazioni. Ricordo anche che non abbiamo certezze sul fatto che il vaccino eviti che il soggetto propaghi il virus se si contagiamo, quel soggetto sarà protetto ma non ci sono certezze sul fatto che non sia contagioso”.

L’infermiere della terapia intensiva che si è vaccinato con Punzi si chiama Flavio Di Cicco. “Ho dato la disponibilità come altri colleghi, sono stato sorteggiato e sono onorato, perché essere tra i primi della soluzione del problema mi rende orgoglioso. Ho vissuto tutti questi mesi in rianimazione che è l’ultimo stadio, dove molti se ne sono andati. Ora speriamo che il 2021 ci porti alla fine di questo incubo, perché è un incubo”. Di Cicco rappresenta il simbolo nel simbolo, in questa occasione: è un infermiere precario. “Sono un precario dell’Azienda dei Colli – ha spiegato – da da cinque anni, mi hanno chiamato a marzo e ora abbiamo sempre proroghe di un anno. Speriamo che questa questione, che ci affligge non come il covid ma quasi, si risolva nel 2021”.

Redazione

Autore