«È ora che il Governo valuti la modifica della normativa vigente per limitare la circolazione di armi da fuoco»: a sostenerlo è Riccardo Magi, presidente di +Europa, in un’interrogazione parlamentare indirizzata alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dopo i tragici fatti di Ercolano. A supporto della sua proposta, l’ex segretario nazionale dei Radicali indica le tutt’altro che confortanti statistiche sulla circolazione delle armi da fuoco nel nostro Paese. «Gli episodi in cui persone fanno ricorso ad armi regolarmente detenute per reagire a presunte aggressioni si sono moltiplicate negli ultimi anni – sottolinea Magi nel testo dell’interrogazione – In base ai dati dell’Osservatorio Opal, tra il 2017 e il 2019 sono stati almeno 131 gli omicidi perpetrati con armi regolarmente detenute a fronte di 91 omicidi di tipo mafioso e dei 37 per furti o rapine. E ancora, in base ai dati della polizia di Stato, si registra un incremento del 9,6% tra il 2013 e il 2020 del numero di licenze di porto d’armi».

Nello stesso tempo, però, il numero di reati e in particolare di furti si è ridotto: il primo ha fatto registrare un calo del 7,1% nell’ultimo anno, mentre per i secondi la flessione è stata addirittura del 12,8%. Secondo l’Istat, inoltre, nel 2019 si è registrato il minimo storico di rapine in abitazione nell’arco di vent’anni. Anche le statistiche, dunque, sembrano dar torto a Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore 53enne che, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, ha ucciso a colpi di pistola Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella dopo averli scambiati per ladri. «Dalla ricostruzione dei fatti sinora svolta dalla polizia, avvalorata anche dai provvedimenti del gip di Napoli, emergerebbe che le vittime erano intente a consultare il sistema satellitare o a fare una telefonata, non essendo nemmeno scesi dall’automobile – scrive Magi – Palumbo, definito come una persona non in grado di controllarsi, avrebbe quindi sparato dal balcone di casa undici colpi verso i due giovani senza averli avvertirti né intimati ad andarsene».

Di qui il ragionamento si sposta sulla legittima difesa, in particolare sulla riforma del 2019 che ha sancito il carattere sempre legittimo della difesa. «La tesi in base alla quale la difesa sarebbe sempre legittima è di recente culminata in due novelle dell’articolo 52 del codice penale, secondo le quali nei casi di difesa cosiddetta domiciliare sarebbe “sempre” sussistente la proporzione tra reazione e offesa – spiega il deputato di +Europa –  ma si tratta di un’illusione poiché uno Stato di diritto non può, per definizione, escludere taluni ambiti dalla propria giurisdizione. La Cassazione, infatti, ha più volte affermato che la sussistenza degli elementi di base della legittima difesa restano in ogni caso oggetto di accertamento processuale».

È sulla base di questo ragionamento che Magi, nell’interrogazione rivolta alla numero uno del Viminale, sollecita un’inversione di rotta sul tema della legittima difesa in modo tale da evitare il ripetersi di episodi di violenza gratuita come quello che ha recentemente sconvolto Ercolano e il resto d’Italia: «È incontestabile che l’interpretazione, diffusa ma errata, della nuova normativa costituisca un problema di ordine pubblico e che molti cittadini si sentano legittimati all’uso delle armi, anche in virtù della nuova formulazione legislativa, arrivando a uccidere – conclude il parlamentare – Chiedo se, anche alla luce dei dati più recenti a sua disposizione, la ministra dell’Interno non ritenga di promuovere in seno al Governo un’iniziativa volta a modificare la normativa vigente al fine di limitare la circolazione delle armi da fuoco».