Il possibile piano di Musk
Twitter a pagamento, l’ultima trovata di Elon Musk: vendetta contro le multinazionali ‘nemiche’ o solo interessi economici?
Un Twitter Premium come rappresaglia contro le pressioni internazionali da parte della Big Corporation americane a boicottare il social o una strategia per ripagare le banche che lo hanno finanziato e rendere monetizzabili i tweet e aumentare i ricavi?
È il dubbio dopo l’ultima trovata di Elon Musk, il miliardario americano e uomo più ricco al mondo, proprietario di Tesla e SpaceX e da poche settimane anche del social network che ha acquistato recentemente per la cifra di 44 miliardi di dollari.
L’istrionico imprenditore ha lanciato l’idea di un Twitter a pagamento sullo stesso social. “Twitter sarà sempre gratuito per gli utenti casuali, ma forse le organizzazioni governative o le attività commerciali potrebbero pagare una leggera quota”, ha scritto Musk nella giornata di ieri.
Parole arrivate dopo aver condiviso poco prima un articolo della Cnn in cui si evidenziavano le pressioni di Big Corporation americane come Coca Cola, Disney o Kraft, che avrebbero messo in piedi campagne di ‘sensibilizzazione’ destinate alla società civile con lo scopo di boicottare Twitter in caso Musk adotti, come promesso, politiche più “tolleranti” nei confronti dei limiti alla libertà di parola, spesso sinonimo di veicolazione di fake news.
Come spesso accade, le parole di Musk sono state subito oggetto di molteplici interpretazioni. In molti, proprio per il commento arrivato a stretto giro dopo la condivisione dell’articolo della Cnn, hanno reputato la “proposta” di un Twitter a pagamento per organizzazioni governative e attività commerciali come una vendetta/rappresaglia contro le aziende più critiche nei confronti del possibile nuovo corso del social network.
Ma sullo sfondo c’è anche una mera questione economica. L’acquisto per 44 miliardi di dollari del social è stato finanziato da un ristretto ‘club’ di banche d’affari, capitanate dall’americana Morgan Stanley. A queste, secondo fonti di Reuters non smentite dallo stesso Musk, l’imprenditore ha promesso di voler studiare un metodo per rendere Twitter maggiormente ‘monetizzabile’, dato che al momento per l’utenza è completamente gratuito.
Rileggendo dunque le parole trionfanti di Musk dopo l’annuncio dell’acquisizione del social, l’imprenditore aveva già sottolineato lo scorso 25 aprile di voler migliorare Twitter “arricchendo il servizio con nuove funzioni”, definendolo una piattaforma dalle “potenzialità enormi”.
Una delle ipotesi di cui Musk avrebbe parlato nei colloqui avute con le banche d’affari che hanno prestato il capitale per l’acquisizione è anche quella di determinare una tariffa per i siti che vogliono “embeddare” tweet di account verificati o di organizzazioni, o di ricavare denaro dai tweet che veicolano contenuti virali o informazioni importanti.
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