Nel mese scorso Elon Musk ha venduto quasi 12 miliardi di dollari di azioni Tesla. La sua attività economica si divide tra il lancio di satelliti in orbita e la capacità di catturare l’energia solare. L’auto che guida l’ha creata lui e non usa la benzina. Gli basta un cenno per accendere o spegnere il mercato azionario. Sogna di arrivare su Marte mentre scorrazza sulla Terra. Space X, la sua compagnia di razzi spaziali ha scavalcato i profitti della Boeing e si appresta a dominare il futuro spaziale dell’America. Tesla, la sua azienda automobilistica, controlla i due terzi del mercato multimiliardario dei veicoli elettrici (di cui è stata pioniera) e ha un valore di 1 trilione di dollari. Ciò ha reso Musk, con un patrimonio netto di oltre 250 miliardi di dollari, il privato cittadino più ricco della storia. Il successo gli ha permesso di dominare Wall Street e gli ha procurato un popolo di adoratori e seguaci.

Industriale, genio, visionario ma anche pagliaccio, uomo di spettacolo, fenomeno da circo: tutto questo è Elon Musk, l’uomo che promette allo stesso tempo la salvezza del nostro pianeta e vuole portarci ad abitarne un altro. Il 2021 è stato il suo anno. Ad aprile, SpaceX ha chiuso un contratto esclusivo con la NASA per portare gli astronauti statunitensi sulla Luna: sarebbe la prima volta dal 1972. A ottobre, il gigante dell’autonoleggio Hertz ha annunciato l’intenzione di aggiungere 100 mila Tesla alla sua flotta. Uno dei suoi razzi ha lanciato il primo test di difesa planetaria antiasteroide della NASA. Poche settimane dopo un altro razzo ha lanciato una missione unica per studiare i raggi X cosmici. Per ripicca nei confronti delle proposte dei senatori liberal di tassazione dei miliardari ha venduto il 10% delle sue azioni Tesla: una iniziativa che ha sconvolto i mercati, gli è costata miliardi e produrrà entrate fiscali sufficienti per finanziare il Dipartimento del Commercio per un anno. A metà dicembre il Time lo ha nominato “persona dell’anno”.

Affetto dalla sindrome di Asperger, Musk viene da una infanzia brutale piena di tragedie personali e di ferite da bullismo. «È cresciuto in un ambiente difficile ed è nato con un cervello molto speciale», afferma Antonio Gracias, amico intimo di Musk da due decenni, che ha ricoperto incarichi nei consigli di amministrazione di Tesla e SpaceX. «Il novantanove virgola nove percento delle persone in quella situazione non ne esce. Una piccola percentuale ne esce con la capacità che gli è propria di prendere grandi decisioni sotto una pressione straordinaria e con la spinta senza fine a cambiare il corso dell’umanità». Ma una ambizione così “spaziale” non poteva essere priva di conseguenze drammatiche. Nonostante le sue mire su Marte, Musk deve ancora rispondere di alcune accuse alle autorità del suo paese. Le sue aziende sono state accusate di molestie sessuali e cattive condizioni di lavoro. Nell’ottobre scorso, una giuria federale ha ordinato a Tesla di pagare 137 milioni di dollari a un dipendente di colore vittima di abusi razziali. Gli organi di sicurezza federali stanno esaminando il software Autopilot di Tesla, coinvolto in un numero allarmante di incidenti con veicoli di emergenza parcheggiati, causando lesioni e morti. Infine, l’espansione dell’azienda in Cina ha obbligato Musk a scendere a patti con lo stile repressivo degli autocrati locali. Per dirla con Star Wars, dietro le storie di grandi capitani di impresa si nasconde spesso “il lato oscuro della forza”.

Così, non si contano gli ex soci che hanno descritto Musk come meschino, crudele e petulante, in particolare nei momenti di frustrazione o quando è sottoposto a una sfida. «È un esperto quando si tratta di affari, ma il suo dono non è l’empatia con le persone», ammette il fratello e socio in affari Kimbal Musk. Durante la pandemia di Covid-19, ha preso una deriva trumpiana: ha minimizzato i rischi del virus, ha violato le normative sanitarie locali per mantenere in funzione le sue fabbriche, ha amplificato lo scetticismo sulla sicurezza dei vaccini. Benché abbia vaccinato se stesso e i suoi figli, Musk ha difeso i no vax: «corrono un rischio, certo, ma le persone fanno sempre cose rischiose». E ha avvertito: «Credo che dobbiamo stare attenti all’erosione della libertà in America». A causa di questo insieme di comportamenti, Musk viene considerato da molti un supercriminale arrogante per il quale i soldi sono l’unica cifra del successo e i razzi una sorta di giocattolo personale.

Ma è proprio così? Molti americani hanno un giudizio diverso e apprezzano questo magnate dell’industria manifatturiera capace di muovere di nuovo i metalli, piuttosto che i byte. I suoi razzi, costruiti da zero sulla visione rivoluzionaria di un autodidatta, hanno rinvigorito i sogni spaziali dell’America e lanciano satelliti per espandere l’accesso a Internet in tutto il mondo. In più, se Tesla mantiene i suoi impegni, ha il potenziale per sferrare un duro colpo contro il riscaldamento globale, come o più dell’azione di molti governi. Per molti americani, insomma, l’uomo capace di costruire un futuro in cui la tecnologia rende tutto possibile è un ritorno al glorioso passato industriale degli Stati Uniti, prima che il paese ristagnasse limitandosi a produrre solo regole, restrizioni, limiti, ostacoli e… social network. Elon Musk appare a una parte dell’America come l’avatar nazionale capace di offrire infinite possibilità, il visionario che inaugura un nuovo mondo, dove, addirittura, la Terra e l’umanità possono ancora essere salvate. Insomma, un potere, pratico e simbolico, non indifferente per le mani di un singolo uomo.

Prima di Musk, l’industria spaziale americana era moribonda. Nel 2011, la Nasa ha messo fuori servizio l’ultima navetta spaziale, dopo aver siglato un accordo con SpaceX per effettuare rifornimenti di merci senza equipaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss). SpaceX ha fatto il suo primo viaggio del genere nel 2012 e ha lanciato il suo primo equipaggio sulla Iss a bordo di una navicella spaziale Dragon nel maggio 2020, superando la Boeing. Per la Dragon, Musk ha eliminato i pannelli degli strumenti e li ha sostituiti con tre touch screen di grandi dimensioni. L’assetto della navicella, l’orbita e i motori di rientro sono tutti regolati dagli schermi. SpaceX ha reso Dragon una nave automatizzata. Ma non finisce qui: la prossima tappa dei razzi di Musk sarà la Luna. L’obiettivo è quello di fare un giro intorno alla Luna forse già nel 2023 e di atterrare sulla superficie lunare entro tre anni. Nel frattempo, con il suo programma Starlink, SpaceX spera di lanciare una costellazione di 42 mila satelliti per fornire servizi Internet al mondo. Ma i sogni di Musk non hanno limiti: l’obiettivo massimo è atterrare su Marte entro cinque anni per dare il via a una serie di viaggi interplanetari.

Alle grandi promesse dell’economia spaziale fanno eco quelle dell’economia green. Le auto elettriche, come i razzi fatti in casa, erano un cimitero di investimenti pieni di buone intenzioni prima che Musk si lanciasse in un’industria di cui non sapeva nulla. Per decenni, le case automobilistiche tradizionali hanno ostacolato lo sviluppo di veicoli elettrici. Oggi, viceversa, dalla Volkswagen alla Nissan, tutte le grandi aziende automobilistiche cominciano a investire miliardi in questo settore. Il motivo? Dopo dieci anni di tentativi, Musk le sta superando e, come spiega Michelle Krebs, analista di Cox Automotive, «ha dimostrato che c’era un mercato per i veicoli elettrici». Nonostante le carenze delle catene di approvvigionamento, Tesla ha consegnato più di 241 mila veicoli nell’ultimo trimestre: una cifra da record. La capitalizzazione di mercato combinata di Ford e General Motors è meno di un quinto di quella di Tesla, anche se insieme hanno venduto tre volte e mezzo il numero di veicoli. La Tesla Model 3 è diventata il veicolo più venduto in Europa a settembre e l’azienda è sommersa da nuovi ordini.

Questo successo ha fatto di Musk il più grande contributore privato alla lotta contro il cambiamento climatico. Se le 800 mila Tesla vendute nell’ultimo anno fossero state auto alimentate a gas, avrebbero emesso più di 40 milioni di tonnellate di CO2 nel corso della loro vita, equivalenti alle emissioni annuali della Finlandia. Ma i veicoli elettrici sono solo un passaggio. Nel futuro di Musk c’è un’altra sfida green: quella delle batterie elettriche. Il magnate americano sarà capace di trasformare ancora una volta l’economia americana e mondiale? Ne vedremo delle belle.

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