Un messaggio, più che inclusivo, di un Umanesimo radicale quello che Mediaset sta diffondendo su tutti i suoi canali. Un manifesto chiaro: raccontare “ogni storia” e dare voce a “ogni voce”, perché ogni storia è una persona, una vita – sempre – preziosa. Il messaggio rimbalza subito in tutto il grande circuito Mediaset sapientemente costruito dal pater familias facendo sistema tra canali televisivi, siti, radio e non solo. La società italiana, lo confermano anche i recenti fatti di sangue, con un’efferatezza mai vista che interroga anche i modelli culturali, ha bisogno di essere rassicurata e ricucita. Rispetto, inclusione, ascolto, libertà saranno le stelle polari.

Certo, la rivoluzione sessuale l’hanno lanciata i sessantottini, prima che De Gaulle volasse a Baden Baden, ma l’ha resa sostanza Silvio Berlusconi. È un esempio che non passa: seguire il pubblico, rassicurarlo, farlo sentire rappresentato e attore di una trasformazione ma farlo in modo economico. Ogni epoca, infatti, è anche un tipo di uomo e non si possono ignorare le trasformazioni sostanziali della società italiana, che ha già a cuore l’ambiente e si indigna per le persone con disabilità escluse, già ritiene, non prioritario ma sicuramente importante, riconoscere i “nuovi” diritti. I mass media devono seguire la società, talvolta riescono pure ad anticiparla.

Qualche anno fa, per esempio, la Nazione, il quotidiano di Ricasoli e della compassata borghesia fiorentina, ha varato Luce! in cui è dato ampio spazio ai diritti nella più ampia accezione. È chiaramente una scelta anche economica, in quanto imprese e soprattutto fondi d’investimento si orientano a sostenere queste buone pratiche di comunicazione (dunque di inclusione). La politica, forse un giorno, più probabile mai, avrà coraggio. Di certo, ci sarà una crescente sensibilità politica su questi temi. Dieci anni prima della discesa in campo “Sua Emittenza” rilevò che si sarebbe andati verso “una cultura internazionale” con anche “lati negativi”. “Però la storia si muove in questa direzione. (…) Spetta a ciascuno di noi conservare la propria identità culturale, che non può e non deve essere cancellata”. Mediaset vuole continuare a fare epoca.

Lorenzo Somigli

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