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Spunta l’ipotesi di un ruolo parlamentare
Una poltrona per l’immunità: la mossa per salvare Arianna Meloni dalle intercettazioni
Sale la tensione: Fratelli d’Italia ancora in allerta. Si pensa all’ingresso della sorella di Giorgia alla Camera: così potrebbe godere dei benefici parlamentari, evitando il tritacarne mediatico
Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, che ha parlato della presunta inchiesta per traffico di influenze illecite, conferma che una “fonte autorevole” gli ha detto che qualcuno sta indagando la sorella della premier. “Qualcuno sta indagando, l’ipotesi è che Arianna Meloni abbia commesso dei reati attinenti al traffico di influenze sulle nomine pubbliche recenti. Questo mi risulta con certezza, come vada a finire lo seguiremo nelle prossime settimane”.
Chi sta indagando Arianna Meloni?
Ma chi sta indagando? Di certo non a Roma, ovvero la sede naturale di un’inchiesta del genere. Perché alla Procura di Piazzale Clodio non risulta alcun fascicolo aperto su di lei. E non sono arrivati esposti da cui potrebbe partire un’attività degli inquirenti. Da una parte dunque c’è la maggioranza di governo che grida a un complotto della magistratura; dall’altra il centrosinistra che bolla la campagna mediatica come un’operazione di distrazione di massa per non parlare dei veri problemi del paese o per tentare di “bruciare” eventuali inchieste giudiziarie, qualora ci fossero veramente.
“Sanno che non faccio porcate”
Comunque sia, la vicenda ha scosso non poco tutta Fratelli d’Italia. “Colpire Arianna significa colpire tutti noi e il governo”, spiegano dal partito. Anche la segretaria politica di Fratelli d’Italia, e sorella della premier Giorgia Meloni, ha dato la sua versione dei fatti sulle polemiche che la vedono coinvolta in queste ore. “Sanno che non faccio porcate”, ha fatto sapere (a chi era rivolto il messaggio?). “Sono scossa per il metodo ma non ho mai influenzato né cercato di influenzare decisioni sulle nomine. C’è un metodo che mi lascia comunque incredula ma sono tranquillissima e so di non aver fatto nulla di male”. Ribadendo di non aver mai preso parte a riunioni sulle varie tematiche.
L’ipotesi poltrona per i benefici parlamentari
Eppure la tensione resta alta. Tanto che si inizia a pensare anche a una ruolo di parlamentare per Arianna Meloni, visto che formalmente non ha nessuna carica elettiva e quindi è una semplice cittadina. La
soluzione potrebbe essere quella di candidarla in un collegio vacante alla Camera. Al momento non ce ne sono, ma se ne potrebbe liberare qualcuno facendo dimettere qualche fedelissimo destinato ad altri incarichi. In questo modo Arianna Meloni godrebbe di tutti i benefici dei parlamentari. In particolare, l’articolo 68 della costituzione recita che “senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a intercettazioni in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.
Il timore è proprio questo: la possibilità che utilizzando un reato come il “traffico di influenze” (peraltro considerato minore da buona parte della giurisprudenza) possano scattare le intercettazioni e che poi quelle stesse telefonate, ancorché del tutto legittime, possano finire spiattellate sui giornali (anche se il governo Meloni ha approvato delle norme restrittive in merito) e utilizzate dall’opposizione per alimentare il tritacarne mediatico. Insomma, inchiesta vera o no ce n’è quanto basta per mettere in allarme il centrodestra.
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