“Questa pandemia globale ha messo in ginocchio il mondo, è stata una tragedia. È stata dura per noi fuori, e non posso immaginare come sia stata per voi dentro. Oltre alla condizione dell’essere in carcere, che tra l’altro conosco, perché l’ho provata, capisco la vostra rabbia e la vostra tristezza”. Con queste parole Vasco Rossi ha parlato in un video messaggio a tutti i detenuti delle carceri italiane incoraggiandoli a tenere duro.

L’artista è intervenuto nel corso della “Maratona oratoria” organizzata dalla Camera penale di Bologna del 5 giugno. Ed è proprio ai detenuti che ha rivolto il suo accorato pensiero parlando anche della sua personale esperienza in carcere. “Io ho cercato di fare tesoro di quell’esperienza, per cercare di diventare più forte e affrontare i problemi che ci sono nella vita. Vi consiglio di fare altrettanto: dare un senso a questa situazione anche se questa situazione un senso non ce l’ha”, ha continuato nel video messaggio.

Le sue parole sono la citazione di un suo celebre brano “Un senso”, scritto con Saverio Grandi e Gaetano Curreri e in origine pubblicato nell’album del 2004 “Buoni o cattivi”. “Vi sono vicino, vi abbraccio forte, e vi auguro che i vostri problemi legali e umani si possano risolvere il più presto possibile, e per il meglio. Tenete duro. Teniamo duro. C’è poco da fare, bisogna tenere duro”, conclude nel messaggio.

Vasco Rossi e l’esperienza in carcere

L’esperienza di detenzione alla quale fa riferimento Vasco Rolssi risale alla primavera del 1983: il cantante venne fermato nei pressi di una discoteca di Bologna, e in seguito alla perquisizione del casolare dove viveva – a Casalecchio – insieme ad altri elementi della sua band di allora, consegnò spontaneamente alle autorità 26 grammi di cocaina. Fu rinchiuso per 22 giorni presso il carcere di Rocca Costanza a Pesaro, poi venne scagionato dall’accusa di spaccio, ma venne condannato a due anni e otto mesi (con sospensione della pena) per detenzione di sostanze illegali.

Durante il breve periodo passato presso la casa circondariale l’artista ricevette la visita di Fabrizio De André, che lo raggiunse a Pesaro insieme a quella che di lì a qualche anno sarebbe diventata sua moglie, Dori Ghezzi.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.