Verso in Conclave
Verso il Conclave: il confronto serrato e la rinuncia di Becciu. L’ultimo atto dell’affaire che ha spaccato la Chiesa

La data è stata fissata: mercoledì 7 maggio inizierà il Conclave, a cui seguiranno il ritiro e l’attesissimo “extra omnes” pronunciato dal maestro delle celebrazioni liturgiche, Mons. Diego Ravelli. I cardinali riuniti per la quinta seduta delle congregazioni avevano una sola annosa questione da sbrogliare, l’unico elemento che preoccupava per il suo impatto comunicativo: l’ultimo atto dell’affaire Becciu. Il cardinale, ex sostituto per gli affari generali della segreteria di Stato, aveva infatti rivendicato il suo diritto/dovere alla partecipazione al Conclave, protestando con un certo disappunto per l’avvenuta esclusione dal novero dei votanti.
La rinuncia di Becciu
Su Becciu gravano una condanna a cinque anni e sei mesi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, comminata in prima istanza dal Tribunale della Santa Sede, e per cui lo stesso cardinale ha presentato ricorso in Appello. Il 24 settembre 2020 Papa Francesco ha accolto la sua rinuncia al ruolo di Prefetto della congregazione per le cause dei Santi e dai “diritti connessi al cardinalato”. Cessando di fatto dal ricoprire ogni ruolo nella Curia Romana, ma mantenendo il titolo di cardinale e dunque il diritto di partecipazione alle congregazioni che precedono la chiusura in Conclave per i porporati votanti, ma a cui sono ammessi tutti i principi della Chiesa.
Il confronto serrato
Lo stesso Bergoglio aveva poi invitato Becciu a partecipare al Concistoro del 27 agosto 2022, lasciando – almeno fino a ieri – nel dubbio una partecipazione o meno del cardinale al futuro Conclave. La questione dunque è passata ai “fratelli cardinali”, pare dopo un confronto serrato che ha visto come protagonisti il decano del Collegio cardinalizio Giovan Battista Re e lo stesso Parolin. Il faccia a faccia è stato serrato e articolato per le resistenze dello stesso Becciu, che ha continuato a sostenere il suo diritto a votare nel Conclave. Secondo quanto si apprende, tutti i tentativi di giungere a un compromesso per non “spaccare la Chiesa”, per una questione non certo di dottrina, sembravano sfumati già nei giorni scorsi. Poi la comparsa di due lettere firmate dallo stesso Bergoglio che escludevano Becciu dalla partecipazione al Conclave.
Alla fine però ad aver messo la parola fine alla questione è stata la rinuncia dello stesso Becciu, seguita alla lettura delle due missive e alla comprensibile fermezza dei membri delle congregazioni. Becciu ha poi dichiarato di rinunciare, pur rimanendo convinto della sua innocenza, per il bene della Chiesa e in “ossequio” alla volontà di Francesco.
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