Dagli stadi di Serie A a Spotify. Come se tutto fosse normale, e infatti c’è chi lamenta: “Non è cos e’ niente”, citando l’indimenticato Eduardo De Filippo. Sulla piattaforma musicale è comparso infatti un brano, che riprende i cori razzisti contro Napoli e i napoletani: “Vesuvio Erutta (Tutta Napoli è distrutta)”, sulle note di Freed from Desire, hit degli anni ’90 di Gala spesso ripresa dagli ultras di tutto il mondo. Questa volta per farne un coro razzista.

È soltanto l’ultimo episodio di discriminazione territoriale ai danni dei napoletani. Episodi del genere si verificano praticamente tutte le domeniche. Era successo una settimana fa, per esempio, a Firenze – con tanto di scontro faccia a faccia tra l’allenatore degli azzurri Luciano Spalletti e un tifoso. Ed è successo sabato scorso a Milano, mentre si giocava il derby della Madonnina Inter-Milan. Gli stessi cori si erano sentiti allo stadio Picco nella partita tra Spezia e Sassuolo. Anche quando in campo non c’è il Napoli si canta contro Napoli insomma. Ed è sempre superflua e tardiva la risposta delle istituzioni.

Una squadra odiata praticamente da tutti, i tifosi devono sopportare ogni domenica qualche tipo di insulto razzista – faceva notare Daniel Verdú, storico corrispondente de El País, che dava una misura della questione – È la vecchia idea razzista e nordista secondo la quale i napoletani sono sporchi, gridano, che non sanno comportarsi. È il coro che usava anche Matteo Salvini quando il suo partito chiedeva l’indipendenza del nord Italia e non aveva bisogno dei voti del Sud per alimentare la sua pagliacciata politica. Suprematismo a buon mercato. Ma anche un parere molto esteso in Italia”.

Il brano razzista è stato pubblicato dall’account pubblicato dal profilo verificato Ultras United che in passato aveva pubblicato un altro coro da stadio, Pioli is on fire, per celebrare l’allenatore del Milan campione d’Italia. Il coro anti-napoletani ha raccolto in pochissimo tempo circa diecimila ascolti. Non è chiaro quando il brano sia stato pubblicato online. In tantissimi stanno chiedendo di rimuoverlo. Nessun commento al momento da parte del profilo ma neanche da parte di Spotify. Ci si aspetta, o almeno si spera, una qualche decisione o almeno una comunicazione da parte dell’azienda nelle prossime ore.

Il caso ha scatenato la dura presa di posizione del senatore Sandro Ruotolo e dello scrittore Maurizio De Giovanni. “Non è cos ‘e nient. È come se fosse diventata una parola d’ordine negli stadi di mezz’Italia. Anche quando la squadra avversaria non è il Napoli partono i cori razzisti contro i napoletani. Non è goliardia, non sono sfottò. È il sintomo di una malattia che c’è nel Paese e la politica, una certa politica, invece di prenderne le distanze, la cavalca. Non sono sufficienti le multe per discriminazione territoriale. Non sono solo tifosi isolati che quando vengono identificati vanno cacciati a vita dagli stadi. Dobbiamo chiedere alle società di realizzare una campagna di prevenzione. Ma se i cori si dovessero ripetere bisognerà procedere anche alla penalizzazione in classifica. A furia di dire è cos ‘e nient rischiamo di diventare niente”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.