Il compleanno
I 70 anni di Vasco Rossi, la Vita Spericolata e la benedizione di De André: “È l’unico credibile nel ruolo di rocker in Italia”
Il più bel regalo che riceverà Vasco Rossi – salvo altri boom di contagi e successive restrizioni – sarà un regalo lungo dal 20 maggio, quando inaugurerà il suo tour alla Trentino Music Arena, fino al 30 giugno, quando chiuderà all’Olimpico di Torino. Tutto sold out. Finalmente a suonare dal vivo, negli stadi, dopo lo stop per l’emergenza coronavirus. Prima, oggi: tutto l’affetto per i suoi 70 anni. Social invasi e la sua pagina invasa dai messaggi di altri artisti.
Rossi ha pubblicato delle stories: da Bologna, in strada, tutto imbacuccato e nascosto, e un video piuttosto esplicativo. Lui che prende un ascensore, per il 70esimo piano e la corsa a intervalli più o meno regolari si interrompe: al 14esimo un ragazzino della provincia, di Zocca, con la sua chitarra; al 23esimo un giovane alla sua radio libera Punto Radio; al 32esimo al Festival di Sanremo; al 41esimo rockstar affermata, giubbotto di pelle, bandana e occhiali da sole; al 52esimo mattatore degli stadi italiani; al 64esimo rocker ancora in sella; al 70esimo una torta multipiani con una chitarra e la scritta Siamo qui, il titolo del suo ultimo disco.
Di lui ha detto Fabrizio De André che “è l’unico credibile nel ruolo di rocker in Italia. L’unico ad essere riuscito a portare la canzone d’autore nel rock”. Il cantautore genovese, tra i miti di Rossi, fu l’unico della scena musicale italiana, ad andarlo a trovare in carcere nel 1984, quando venne arrestato e incarcerato per 22 giorni – cinque in isolamento – a Pesaro per “detenzione di non modiche quantità di sostanze stupefacenti e spaccio non a scopo di lucro di modiche quantità”. Il processo lo avrebbe scagionato dall’accusa di spaccio ma condannato a due anni e otto mesi con la condizionale per detenzione di sostanze stupefacenti. Gli sarebbe rimasta per sempre addosso l’immagine del rocker maudit.
Un’esperienza che non ha mai dimenticato. E che ha ricordato nel suo messaggio di solidarietà ai detenuti in occasione della maratona oratoria organizzata dalla Camera Penale ‘Franco Bricola’, in collaborazione con l’Osservatorio del Carcere. “Questa pandemia globale ha messo in ginocchio il mondo ed è stata una tragedia epocale, è stata dura per noi fuori, posso immaginare come sia stata per voi dentro. Oltre alla condizione dell’essere in carcere che tra l’altro conosco, perché è una condizione che ho provato e quindi capisco la vostra rabbia e tristezza. Io ho cercato di fare tesoro di quell’esperienza, per cercare di diventare più forte per affrontare poi i problemi che ci sono nella vita. Vi consiglio di fare altrettanto, di dare un senso a questa situazione, anche se questa situazione un senso non ce l’ha”.
Cantava che non era facile vivere con lui. Non è stato neanche semplice vivere come lui: troppa vita, e spericolata, e troppa notorietà. Ricordare record su record è piuttosto pleonastico: è stato premiato da Fernanda Pivano; suoi il miglior disco di sempre, Bollicine, e la miglior canzone di sempre, Siamo solo noi, secondo la rivista rock-oriented Rolling Stone ;suo il record mondiale di spettatori (225mila) per un concerto solista con il Modena Park 2017. 4 album, di cui 18 in studio, 11 dal vivo e 5 raccolte ufficiali, oltre a due EP e un’opera audiovisiva, per un totale di 191 canzoni.
Migliaia di persone si sono tatuate le frasi delle sue canzoni. Certo: resta divisivo per molti che non trovano quella magia, la poesia nella malinconia e il graffio dell’energia che ha stregato migliaia di “vasconvolti” e altri fanatici. Lui non ha mai cercato di piacere a tutti: e forse è stato questo il segreto. E il concedersi completamente alle canzoni, mettersi a nudo. Sempre più artisti, anche lontani dal rock, lo prendono come riferimento. Dopo anni di Vita Spericolata oggi vive con Laura Schmidt, la sua compagna con la quale ha avuto il figlio Luca – con Stefania Trucillo aveva avuto Davide e Lorenzo. Scalpita per tornare sul palco. “Piace perché, nonostante riempia ancora oggi gli stadi, è un artista che racconta la solitudine dell’uomo”, ha detto a La Repubblica il filosofo e amico Stefano Bonaga.
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