I sondaggi dicono che il 53 per cento della popolazione americana è favorevole alla pena di morte. Nel Parlamento italiano la percentuale favorevole al carcere duro, al 41 bis, oscilla tra il 99,44 e il 99,70 per cento. Contro il 41 bis, nel dibattito parlamentare, è intervenuto solo il deputato radicale Riccardo Magi che si suppone parlasse anche a nome del suo collega Benedetto Della Vedova. Due su 600. Forse c’è da aggiungere il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che – conoscendolo – possiamo immaginare che sia in dissenso con il suo gruppo, ma aspettiamo che lo dichiari, e Andrea Orlando, del Pd, unica voce critica a sinistra.

Sono cifre che fanno venire i brividi. Il 41 bis molto spesso è un trattamento persino peggiore alla pena di morte. Ha in sé una quantità più alta di evidente sadismo. Come ha raccontato ieri, in un articolo struggente che abbiamo pubblicato sul Riformista, Carmelo Gallico, fratello di un condannato morto la settimana scorsa di fibroma polmonare senza aver potuto mai nemmeno toccare la mano di sua moglie per 30 anni. E senza poter leggere i libri che voleva, e senza giornali, e senza Tv, e senza quadri o fotografie alle pareti della sua cella minuscola e singola, e senza potersi cucinare i pasti, e con l’ora d’aria in un corridoio senza tetto, e potendo parlare al telefono con i parenti una volta alla settimana per dieci minuti, e senza nessun contatto con l’umanità, a parte i secondini.

Sono 738 in Italia le persone sottoposte a questa tortura. Sebbene esista una legge che proibisce la tortura, e la punisce. E sebbene esista una Costituzione (come spiega bene il professor Salvatore Curreri), scritta da persone che il carcere lo hanno conosciuto, la quale proibisce il 41 bis, così come proibisce l’ergastolo. Il Parlamento italiano, guidato culturalmente dalla nuova intellighenzia (realizzata sull’asse tra il deputato di FdI Giovanni Donzelli e Marco Travaglio), si è collocato su una posizione molto più reazionaria di quella della maggioranza degli americani, visto che gli americani – che noi sempre indichiamo come giustizialisti – sono per quasi la metà contrari alla pena di morte e all’uso della crudeltà come strumento per regolare la convivenza civile.

Alle spalle di questo fronte saldo Fatto-FdI, che si ispira a varie forme di totalitarismo palingenetico, c’è un’ampia schiera di don Abbondio. Senza i quali Travaglio e Donzelli non trionferebbero. I Donabbondi sono guidati dal ministro Nordio e dal Pd. I quali si rendono conto forse della vergogna del 41 bis, ma non hanno il coraggio di dire no. Tremano. L’unico del Pd al quale ho sentito dire un no, forse flebile ma netto, è stato – come dicevo – l’ex ministro Andrea Orlando. Spesso l’ho criticato, in passato. Oggi rendo onore al suo isolatissimo coraggio.

P.S. 1 Il Fatto Quotidiano ieri ha pubblicato in prima pagina una foto di Cospito che proiettava sul muro anziché la sua ombra, l’ombra di tre mafiosi con la coppola. E un titolo nel quale si accusava il Pd di aver parlato coi mafiosi su indicazione di Cospito. Ripreso con entusiasmo sul sito di Andrea Delmastro (sottosegretario alla giustizia di Fdi). C’è da avere nostalgia di quando i fascisti li guidava Almirante…

P.S. 2 Spetta al Gom (il reparto di azione della polizia carceraria) decidere chi debba incontrare all’ora d’aria o in corridoio un detenuto al 41 bis. Non è il detenuto che sceglie. Quindi sono i Gom ad avere organizzato l’incontro tra Cospito e alcuni detenuti accusati di essere mafiosi. La delega a controllare i Gom, al ministero, appartiene al sottosegretario Delmastro. Volete che commenti? Ma per carità: commentate voi.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.