“Io lavoro con i partiti pro-Ue, pro-Nato, pro-Ucraina“. Il messaggio di Ursula von der Leyen è chiaro ed è diretto a chi si sta preparando in vista delle prossime elezioni europee e dei futuri equilibri nell’Europarlamento. Un riferimento alle possibili alleanze in fase di negoziato tra i popolari europei e gli altri gruppi di destra, sia quello dei Conservatori, guidato da Giorgia Meloni, sia quello di Identità e Democrazia, di cui la Lega di Matteo Salvini è membro preponderante.

Il primo mandato come presidente della Commissione europea

L’attuale presidente della Commissione europea giorni fa ha comunicato la sua volontà di ricandidarsi per un secondo mandato. Oggi ha tenuto una conferenza stampa, insieme al presidente del Partito Popolare Europeo Manfred Weber per lanciare la sua candidatura ufficiale, in cui ha spiegato i motivi dietro tale scelta, ripercorrendo poi le tappe principali degli ultimi cinque anni: “Quando mi sono candidata nel 2019, l’ho fatto perché credevo profondamente nell’Europa. Questi ultimi cinque anni non solo mi hanno insegnato molto sulla mia passione per l’Unione europea, ma ho anche imparato quanto questa Europa può dare ai suoi cittadini”.

“Fin dall’inizio il mandato è stato molto impegnativo. È iniziato tutto con la Brexit e non ero nemmeno in carica da 100 giorni quando è stata dichiarata la pandemia di Covid. All’inizio è stato un periodo terribile. Ma insieme al Parlamento e agli Stati membri abbiamo dovuto aprire una strada completamente nuova e, alla fine, abbiamo sconfitto il virus perché siamo rimasti uniti”, ha aggiunto Ursula von der Leyen. “Siamo riusciti a far funzionare il nostro mercato unico e siamo usciti da questa crisi molto profonda ancora più forti di quanto non fossimo all’inizio, perché siamo riusciti anche a evitare una grave recessione economica”.

La presidente von der Leyen ha poi parlato della guerra in Ucraina scatenata da Mosca, ribadendo l’unità della risposta da parte dell’Ue: “Nel bel mezzo della ripresa economica, la Russia ha invaso l’Ucraina. Putin ha iniziato la più grande guerra terrestre in Europa dal 1945. Ancora una volta, l’Unione europea è rimasta unita, ha agito immediatamente e con decisione e siamo stati al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno”. Poi il passaggio sull’instabilità energetica e i problemi di approvvigionamento: “Abbiamo attraversato la più grande crisi energetica degli ultimi 40 anni, ma siamo riusciti a trasformare la sfida in un’opportunità cosicché oggi l’Europa è molto più vicina alla resilienza energetica di quanto non lo sia mai stata”.

Von der Leyen candidata alla presidenza della Commissione Ue

Von der Leyen non si è limitata a dipingere il quadro degli ultimi cinque anni, obiettivamente complicati per il suo lavoro, ma ha anche tratteggiato quali potranno essere le sue priorità e le sfide del futuro, qualora dovesse essere di nuovo a guida della Commissione. “Sappiamo che ci aspetta molto lavoro. Dobbiamo infatti adattare la nostra competitività alle nuove condizioni. Dobbiamo aumentare la prosperità nell’Unione europea e dobbiamo raggiungere gli obiettivi climatici assieme ai cittadini e con le imprese” ha affermato la politica tedesca. “Le nostre imprese sostengono pienamente gli obiettivi climatici. Quello che vogliono discutere non è il cosa, ma il come ci stiamo arrivando. E questo è il periodo in cui, con i dialoghi, cerchiamo di discutere come. Con un approccio su misura possiamo dare a ogni settore industriale l’opportunità di raggiungere gli obiettivi che abbiamo accettato insieme” ha aggiunto von der Leyen.

Von der Leyen: “La difesa sarà uno dei pilastri”

Se nel primo mandato il fulcro della proposta di von der Leyen è stato il Green Deal, nell’eventuale secondo mandato sarà quello della difesa. La guerra in Ucraina, il conflitto a Gaza, le tensioni internazionali tra Stati Uniti e Cina, hanno reso palese agli occhi delle istituzioni europee la necessità di cambiare passo sulla sicurezza. “La difesa sarà uno dei pilastri dell’azione europea, è connessa al mercato unico e alla ricerca e innovazione. I cittadini europei vogliono più Europa nella difesa, vogliono che investiamo di più e meglio. Vogliono la nostra difesa resti transatlantica ma che diventi più europei” ha affermato la presidente della Commissione nella conferenza stampa. La leader ha fatto riferimento anche al rapporto tra la possibile difesa comune europea, con il tema riemerso dell’esercito europeo, e la Nato. Una questione quanto mai attuale dopo le parole di Donald Trump sull’incoraggiamento a Vladimir Putin a invadere i Paesi europei restii a investire nel settore della difesa.

Von der Leyen ha preannunciato il desiderio di nominare un futuro commissario europeo alla Difesa, che “sarà responsabile della base industriale della difesa, competenza fondamentale della Commissione, dell’industria e del mercato unico”. Una figura, quella del commissario alla Difesa, che avrebbe anche altre competenze, come quelle della ricerca e dello sviluppo “che rivestono un ruolo importante e che sono uno dei temi principali che accompagnano il rafforzamento della base industriale della difesa“.

Alleanze in Europa, il messaggio di von der Leyen a Salvini e Meloni

Le elezioni europee previste a giugno si avvicinano e da ormai mesi sono iniziati i negoziati per le alleanze delle possibili maggioranze al Parlamento europeo. I risultati che potrebbero uscire dalle urne dei Paesi dell’Ue potrebbero cambiare gli assetti tradizionali nelle istituzioni europee, con uno spostamento a destra della governance. I colloqui tra il gruppo dei Conservatori europei (Ecr) guidato da Giorgia Meloni, il gruppo ancor più di destra estrema di Identità e Democrazia (ID) con la Lega di Matteo Salvini e il gruppo storico di centrodestra dei popolari (PPE) proseguono. Ma von der Leyen ha messo le cose in chiaro: “Io lavoro con i partiti pro-Ue, pro-Nato, pro-Ucraina, con coloro che chiaramente supportano i valori dell’Ue, con chi difende la democrazia, con chi difende i nostri valori nei confronti degli amici di Putin”.

Alla domanda su una nuova maggioranza con l’asse tra Ppe e Ecr, la presidente della Commissione ha parlato con cautela: “Non so come sarà formato Ecr dopo le elezioni ed è possibile che alcuni partiti escano da Ecr per unirsi al Ppe”. L’eventualità di un ingresso degli ungheresi di Fidesz nei Conservatori potrebbe aver come effetto quello di allontanare altri partiti dal gruppo dei conservatori. Un’ipotesi su cui si è espresso anche il presidente del Ppe, Weber: nel campo di Ecr “ci sono molti problemi, ci sono amici di Putin, ci sono quelli che hanno giurato contro Putin, non c’è una comprensione comune su cosa fare. Quello che posso già vedere è lo sviluppo di una lotta interna piuttosto interessante. Ad esempio, quando Viktor Orban ha detto che voleva unirsi all’Ecr, immediatamente la delegazione ceca dell’Ecr ha dichiarato pubblicamente che non vogliono stare nello stesso campo di Orban. Il partito populista svedese e finlandese hanno affermato immediatamente che non vogliono stare nello stesso campo di Viktor Orban“.

Poi l’affondo di Weber: “Vediamo liti in corso, scontri in corso e loro non daranno seguito alle preoccupazioni Ue, ai cittadini, non risponderanno a questo. Ed è per questo che dovete avere fiducia in coloro che hanno già dato prova di essere bravi nella gestione delle crisi e che possono dare un buon futuro all’Europa e questo è il Ppe, quindi la nostra linea rossa è chiara. Questa Europa è la nostra Europa, è un’Europa cristiano-democratica, costruita da Schuman, da Adenauer e De Gasperi“.

Le tappe dell’adesione dell’Ucraina all’Ue

Ursula von der Leyen ha poi parlato anche del percorso di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea: “Stiamo facendo progressi eccellenti nel percorso di screening” di quelle riforme necessarie per l’adesione. “Ciò è molto buono ma non credo che saremo pronti prima delle elezioni. Il lavoro sulle diverse posizioni nei negoziati prende infatti del tempo. Credo che saremo pronti all’inizio dell’estate” ha detto la leader.