“Costi quel che costi”, “tutto il possibile”, “qualsiasi cosa”, e anche oltre. Fino a diventare un simbolo, quella frase di Mario Draghi. È arrivata sulla Treccani, il suo “whatever it takes” rispolverata in numerose occasioni come solo le dichiarazioni emblematiche. Torna di moda oggi, e come potrebbe essere altrimenti: alle 12:00 l’ex Presidente della Banca Centrale Europea, salirà al Quirinale, convocato dal Presidente della Repubblica Serio Mattarella. L’inizio probabilmente dell’“era Draghi”.

La Treccani l’ha tradotta con “costi quel che costi”. E ne ha spiegato il significato, alla stregua di un neologismo. “È il 26 luglio del 2012. L’Europa dell’euro è in grande difficoltà. Sale lo spread in molti Paesi. In Grecia tornano a soffiare pesanti venti di crisi. L’euroscetticismo inglese si gonfia. Draghi, da meno di un anno Presidente della Banca centrale europea, sale sul palco della conferenza di Londra e, senza troppi preamboli, dopo una manciata di minuti di introduzione, pronuncia la frase che cambia la storia della crisi: ‘Entro il suo mandato la Bce preserverà l’euro, costi quel che costi (whatever it takes). E, credetemi, sarà abbastanza’”.

La frase fu un segnale e un atto politico, in piena crisi euro, nel 2012. La Grecia votava due volte in due mesi, in Spagna la crisi si aggravava sempre più, l’Italia rischiava di essere travolta, il Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo prendeva la decisione di dar vita a un meccanismo di vigilanza unico, sotto la Bce, e alla creazione di un fondo di stabilità che sarebbe diventato l’antesignano dell’attuale Mes.

Il 26 maggio Draghi è invitato nel Regno Unito, alla Lancaster House di Londra, come succede solo per gli incontri più importanti. Il Presidente della Bce parla pochi minuti, bastano e avanzano. La frase scatena una reazione a catena: molti hedge fund che avevano scommesso contro l’euro perdono tantissimo, le banche prendono una boccata di ossigeno, lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco scende. Si inaugura così un intervento senza precedenti per la politica monetaria. Il 2 agosto viene presentato l’Outright monetary transaction, le transazioni che la Bce è pronta a realizzare sul mercato per soccorrere i titoli di stato dei Paesi sotto pressione.

La famosa frase è stata ritirata in ballo anche durante la prima fase dell’emergenza coronavirus. Sul Financial Times Draghi aveva scritto un editoriale anche quello accolto con enfasi e favore: “Le banche devono rapidamente prestare fondi a costo zero alle aziende preparate a salvare posti di lavoro. Poiché in tal modo esse diventano veicoli di politica pubblica, il capitale di cui necessitano per eseguire questo compito deve essere fornito dallo Stato sotto forma di garanzie pubbliche su tutti gli sconfinamenti aggiuntivi di conto o sui prestiti”. Quando la Treccani ha ammesso la frase Draghi si è detto “lusingato, non me l’aspettavo”.

Antonio Lamorte

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