L'intervento
Zelensky ci riprova: “Pronti a lavorare rapidamente con gli USA per porre fine alla guerra”. Il confronto con Starmer dopo lo stop agli aiuti

“Il nostro incontro non è andato come avrebbe dovuto, ma bisogna sistemare le cose”. Volodymyr Zelensky torna sul vertice con Donald Trump alla casa bianca della settimana scorsa definendo “deplorevole” l’esito del colloquio degenerato in un accesso litigio verbale dopo la richiesta del Presidente Ucraino di ricevere una protezione militare da parte degli Stati Uniti in caso di futuri attacchi russi. “Vorremmo che la cooperazione e le comunicazioni future fossero costruttive”, ha scritto sul suo account X, ribadendo l’obiettivo di ottenere una “pace duratura”. “Siamo pronti a lavorare rapidamente per porre fine alla guerra – ha precisato il leader ucraino ipotizzando le prime fasi dell’accordo, dal rilascio dei prigionieri alla tregua in cielo-, se la Russia farà lo stesso. Vogliamo procedere molto rapidamente e lavorare con gli USA per un accordo solido”.
Il colloquio con Starmer dopo lo stop agli aiuti
Prima delle dichiarazioni sarebbe stato decisivo il colloquio con il premier britannico Starmer, come precisa un portavoce di Downing Street. Nessun commento, nemmeno da parte di Trump, almeno per il momento, nel giorno della decisione degli Stati Uniti di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, comunicata nella notte da un funzionario della Casa Bianca. Una decisione presa durante una riunione a cui hanno partecipato il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, direttrice dell’intelligenze Tulsi Gabbard e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, pronta ad essere rivista – stando a quanto riportato dal Washington Post che cita un funzionario USA – nel caso in cui Zelensky mostrasse uno sforzo sincero nel partecipare ai negoziati. Il primo passo di Volodymyr è arrivato.
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