Botta e risposta a distanza
Zelensky evoca l’11 settembre in Ucraina, Putin replica: “Genocidio in Donbass, non vogliamo invadere”
Botta e risposta, a pochi minuti uno dall’altro. Volodymyr Zelensky, Presidente dell’Ucraina, in mimetica militare parla al Congresso degli Stati Uniti. Vladimir Putin, Presidente della Russia, citato dall’agenzia Tass, nega l’evidenza della guerra in corso in Ucraina. Il primo ha trovato il modo di mostrare ai deputati americani un video di poco più di due minuti: l’Ucraina dalla pace alla guerra, i bombardamenti per le strade, le famiglie in lacrime, gli edifici distrutti, i bambini in fuga, le macerie, i soccorsi ai feriti. E Putin che ha negato per l’ennesima volta: non è un’invasione.
Quasi tre milioni di rifugiati, migliaia di morti – i numeri non sono chiari, oggetto di propaganda in questa fase del conflitto: per le Nazioni Unite sono 726 i civili uccisi, quasi 14mila soldati russi per Kiev, 103 bambini per l’Unicef -, quasi un milione e mezzo di bambini in fuga per un totale di circa tre milioni di rifugiati che sono scappati dal Paese; e Putin che continua a negare l’invasione: per il leader del Cremlino trattasi di “operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione”. Chi diffonde fake news in Russia, e usa espressioni come “guerra” o “invasione”, rischia fino a 15 anni di pena.
Putin ha ribadito che a subire un vero e proprio “genocidio” sono gli abitanti del Donbass da quando, otto anni fa, i separatisti filo-russi hanno auto-proclamato due repubbliche indipendenti dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca. Il presidente russo ha aggiunto che “le truppe russe a Kiev non significano che vogliamo invadere l’Ucraina” e si è detto disposto a discutere sulla “smilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina”.
Proprio su quel fatidico 2014 Zelensky aveva affermato poco prima in un video su Telegram: “Otto anni fa in questo giorno la Federazione russa ha organizzato un referendum falso in Crimea ucraina che ha poi usato per giustificare l’invasione del nostro territorio. Questo atto illegale è stato la rottura di tutta l’architettura della sicurezza in Europa creata dopo la seconda guerra mondiale. Ma la Russia ha commesso questo atto. Se all’epoca ci fosse stato solo un segno della resistenza che facciamo oggi, che voi fate oggi, se la reazione del mondo fosse stata almeno la metà di quella di oggi sono sicuro che questa invasione non ci sarebbe stata e non ci sarebbero stati 8 anni di guerra nel Donbass”.
Queste le parole del presidente in mimetica militare prima del video in collegamento con il Congresso americano. “Sono fiero di salutarvi da Kiev, vittima dei bombardamenti dei russi tutti i giorni ma noi non molliamo, come tutte le altre città. Noi viviamo l’11 settembre da tre settimane. Il nostro Paese si è trovato nella peggiore guerra dalla seconda guerra mondiale. L’Ucraina è grata agli Stati Uniti ma vi chiedo di fare di più per fermare la macchina da guerra della Russia. Tutti i politici della Russia dovrebbero essere sanzionati, tutte le aziende americane devono lasciare la Russia. Una No-Fly zone non è troppo da chiedere, chiudete i porti americani alla Russia”. Al termine del discorso standing ovation per il Presidente ucraino.
Il duello mediatico a distanza non sembrerà trovare a breve la possibilità di un faccia a faccia di persona per mettere fine alle ostilità sul campo. Il Financial Times nel primo pomeriggio ha diffuso una bozza di pace in 15 punti messa insieme dai negoziatori. Kiev, secondo quanto trapelato, dovrebbe rinunciare alla NATO (come già ammesso ieri dallo stesso Zelensky), non ospitare basi militari occidentali sul territorio. Non si esclude una neutralità sui modelli svedese o austriaco, garanzie sui diritti delle minoranze russofone. I territori del Donbass occupato restano un ostacolo da superare. Le fonti ucraine citate dal quotidiano londinese sono scettiche sulle possibilità che il presidente Putin sia davvero impegnato a cercare un accordo di pace, e temono che Mosca non stia che prendendo tempo per raggruppare le proprie forze sul campo e far ripartire l’offensiva.
© Riproduzione riservata