È stato ferito “per difendere un amico”. Questa, secondo il racconto della sorella della vittima, la ricostruzione dell’aggressione avvenuta lunedì scorso a Gragnano, in provincia di Napoli, ai danni di un ragazzino di 15 anni. Due coltellate, alla schiena e all’addome, poi calci e pugni, in pieno centro.

Fatti per i quali è stata emessa una richiesta di fermo da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, eseguita poi dai carabinieri di Castellammare di Stabia. Il fermato è un altro ragazzino, coetaneo della vittima, che adesso è “gravemente indiziato del reato di tentato omicidio”. Per il malcapitato prosegue invece il ricovero in prognosi riservata presso l’Ospedale San Leonardo di Castellammare.

Le indagini sono ancora in corso, e gli inquirenti cercano di ricostruire la dinamica di quello che è stato un vero e proprio raid compiuto da un gruppo di minori. “Mio fratello tentava di scappare – prosegue il racconto della sorella della vittima – ma è inciampato ed è caduto per terra. A quel punto lo hanno accoltellato e poi lo hanno pestato, anche colpendolo in testa con un casco. Era solo, indifeso, e privo di armi, come è giusto che sia”. La ragazza ha anche raccontato come gli aggressori del giovane abbiano poi “inneggiato sui social” alla morte della vittima del pestaggio.

Anche il padre ha voluto lanciare pubblicamente un messaggio sui social: “Volevo ringraziare tutti gli amici – ha scritto – che in questo brutto momento sono vicini con il loro cuore alla mia famiglia. Spero che quanto accaduto al mio angelo possa essere da esempio ma anche da sprono a questa società. Cose del genere non dovrebbero accadere ed ho fede nella giustizia”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.