Piero Citati ha narrato i più grandi: i più grandi narratori, uomini e donne, della storia della letteratura, ha scavato nelle loro vite. È morto, a 92 anni, lo scrittore, saggista e critico letterario, nella sua casa di Roccamare, località nel comune di Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto. Era malato da tempo. Le sue biografie narrative sono diventate la sua specialità, pluripremiate, anche all’estero, oltre che un passaggi evolutivo nel genere della biografia. “Un grande libro è composto di tanti strati: si tratta di scoprire quello più nascosto”, diceva. Riteneva che i classici avessero la capacità di muoversi nel tempo, di trasmette sensazioni e messaggi nuovi a ogni nuova generazione.

Citati era nato a Firenze il 9 febbraio del 1930. Ancora bambino la famiglia siciliana di stirpe aristocratica si trasferì prima a Torino e quindi in Liguria. E lui completò i suoi studi in Lettere Moderne alla Normale di Pisa. A partire dagli anni Cinquanta cominciò ad affrontare tutti i grandi della letteratura: da Omero a Proust, da Cervantes a Goethe, da Kafka a Leopardi, da Manzoni a Tolstoj. Prima di cominciare la carriera di critico aveva insegnato per qualche tempo italiano nelle scuole professionali. La passione della letteratura non era fiorita in ambito accademico, ma spontaneamente, da autodidatta. Ha collaborato con le riviste Paragone, Il Punto, L’approdo, trattato con Beppe Fenoglio per farlo passare a Garzanti, ed è stato sodale di Carlo Emilio Gadda, un relazione intensa testimoniata dall’epistolario pubblicato da Adelphi.

Fu critico militante, anche molto duro, per nulla restio alle stroncature. Le sue biografie dei grandi autori sono assurto al rango di canonizzazioni. Con quella dedicata a Lev Tolstoj vinse l’edizione del 1984 del Premio Strega, con quella dedicata a Goethe il Premio Viareggio nel 1970. Tra i sui titoli più noti: Immagini di Alessandro Manzoni: un saggio (1973), Alessandro (1974), Vita breve di Katherine Mansfield (1980), Kafka (1987), Ritratti di donne (1992), La colomba pugnalata: Proust e la Recherche (1995), La luce della notte. I grandi miti nella storia del mondo (1996), La collina di Brusuglio: ritratto di Manzoni (1997), L’armonia del mondo: miti d’oggi (1998), La mente colorata: Ulisse e l’Odissea (2002), Israele e l’Islam: le scintille di Dio (2003), Pagine stravaganti di Pietro Citati (2005), La morte della farfalla: Zelda e Francis Scott Fitzgerald (2006), La malattia dell’infinito (2008), Leopardi (2010), Il Don Chisciotte (2013), I Vangeli (2014).

Alla sua opera è stato dedicato un Meridiano Mondadori pubblicato nel 2006 composto di suoi scritti, La civiltà letteraria europea, a cura di Paolo Lagazzi. Per anni ha collaborato con le pagine culturali dei quotidiani, tra cui Il Giorno, Il Corriere della Sera e negli ultimi anni con Repubblica. Il Corriere ricorda come il suo primo articolo per il quotidiano fosse dedicato all’immaturità degli italiani, ai giovani talenti di una nazione dispersi per carenza di “passione intellettuale” e “forza di concentrazione”. Così definiva il lavoro del recensore: “La cultura di un recensore è febbrile, improvvisata, minacciata dal tempo e dalla impazienza del redattore capo, che vuole l’articolo per un giorno preciso”. La salma sarà trasportata dalla Maremma a Roma dove sarà officiata la funzione funebre. Il corpo sarà seppellito a Grosseto, nel cimitero monumentale della Misericordia.

È stato fondatore nel 1970 e presidente fino al 2005 della Fondazione Valla. Anche se non aveva mai amato la “società letteraria”, quella dei premi e dei convegni. “Con Piero Citati se ne va un grande scrittore e una delle voci più illustri e autorevoli della critica letteraria italiana. È un giorno triste per la cultura che perde un intellettuale rigoroso e mai banale. Mi stringo ai familiari e ai tanti che hanno apprezzato la sua opera nel corso della sua lunga e prolifica carriera”, il cordoglio espresso dal ministro della cultura Dario Franceschini. “Io so fare pochissime cose: anzi, una cosa sola, e dubito di farla bene”, la sua frase pubblicata su Twitter dalla casa editrice Mondadori per salutarlo.

 

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.