In tribunale era terrorizzata
Alessia Pifferi, la mamma della neonata morta di stenti: “È terrorizzata e chiede sempre della figlia Diana”
“Alessia Pifferi è terrorizzata e ha chiesto di essere accompagnata in Tribunale da noi legali. Era molto in difficoltà e aveva molto freddo”. È quanto ha detto la sua legale, l’avvocato Solange Marchignoli, come riportato da LaPresse, al termine dell’incidente probatorio per il caso della morte della figlia della donna, Diana, che si è svolto questa mattina in Tribunale. Pifferi è accusata di aver abbandonata la bambina da sola in casa per una settimana, al termine della quale la piccola, di 18 mesi, è stata trovata morta. “Alessia Pifferi chiede sempre della bambina”, ha aggiunto il co difensore, l’avvocato Luca D’Auria, chiarendo che la 37enne “sente di non poter mai più riabbracciare al figlia e sente il vuoto totale”.
Era la prima volta che Alessia Pifferi lasciava il carcere di san Vittore dove è detenuta da luglio. È arrivata in Tribunale per partecipare all’incidente probatorio davanti al gip Fabrizio Filice poi slittato al 14 ottobre. Un rinvio che si è reso necessario, come hanno spiegato i difensori della donna, gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, per completare la nomina dei periti che svolgeranno l’accertamento da parte della Procura indicando anche un genetista. I periti avranno in compito di analizzare il biberon trovato accanto al corpo della bambina, la bottiglietta d’acqua che le aveva lasciato la mamma e un flacone di benzodiazepine trovato a casa per cercare di stabilire se la donna abbia disciolto tranquillanti nei flaconi che aveva lasciato a casa.
“Ho chiesto ad Alessia Pifferi di essere presente sempre alle udienze perché è fondamentale che lei capisca tutti i passaggi del procedimento”, ha spiegato l’avvocato Solange Marchignoli. La donna, che è detenuta “in isolamento” nel carcere di San Vittore, “era la prima volta che lasciava il carcere, dal suo arresto” nel luglio scorso, ha spiegato il legale, era “terrorizzata”. “La incontrerò in carcere venerdì mattina – ha proseguito il legale – e va un po’ rassicurata. Lei non era mai uscita dal carcere e non sa che cosa c’è fuori, per quanto noi difensori l’avessimo un po’ preparata”. Pifferi tornerà in aula il 14 ottobre, data in cui verrà completata la nomina dei periti indicati dalla Procura con un genetista, che avrà il compito di verificare se sul beccuccio del biberon e sulla bottiglietta d’acqua, trovati accanto al corpo della bimba, ci fossero tracce del suo Dna.
“Alessia Pifferi ribadisce di non aver mai somministrato benzodiazepine alla figlia. Questo ce lo ha detto in carcere e anche oggi, capendo di cosa si stava discutendo, ha detto davanti al gip di non aver dato alla figlia alcunché”. Lo ha detto l’avvocato Luca D’Auria.”Questa è anche una delle ragioni per le quali abbiamo deciso di chiedere l’incidente probatorio – ha chiarito il legale – e di affidarci a quello che ha detto la signora e almeno su questo punto provare a segnare un punto importante”. I legali della donna hanno anche chiesto di poter far accedere al carcere di San Vittore due esperti per sottoporre la 37enne ad “accertamenti di carattere psico-diagnostico”. Istanza sulla quale il gip, preso atto dell’opposizione del pm Francesco De Tommasi, si pronuncerà nei prossimi giorni. “Alessia Pifferi sa che la sua condotta è stata causa di tante cose, ma la valutazione di Alessia Pifferi sulla propria condotta è proprio quello che noi vorremmo sottoporre agli esperti”, ha concluso il legale.
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