La Procura di Roma apre un fascicolo, i giornali, in questo caso “La Verità” scrivono i dettagli e i presunti indagati, al momento ignari, non possono far altro che aspettare l’avviso di garanzia. E’ quanto capitato in queste ore all’ex commissario straordinario per l’emergenza covid Domenico Arcuri dopo la notizia della presunta indagine per peculato sulle maxi-forniture di mascherine cinesi da 1,25 miliardi di euro.

A diffonderla il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, secondo cui Arcuri sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per peculato. L’accusa sarebbe contenuta nel fascicolo sulle maxi forniture di mascherine cinesi da 1,25 miliardi di euro. L’appropriazione indebita contestata ai pubblici ufficiali è un reato che prevede fino a 10 anni e mezzo di reclusione.

La replica

“In merito a quanto riportato questa mattina dal quotidiano “La Verità”, circa l’indagine sulle “mascherine”, l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri comunica di non avere notizia di quanto riportato dal suddetto quotidiano”. E’ quanto si legge in una nota di Invitalia. “Il dott. Arcuri, nonché la struttura già preposta alla gestione dell’emergenza continueranno, come da inizio indagine, a collaborare con le autorità inquirenti nonché a fornire loro ogni informazione utile allo svolgimento delle indagini”, si aggiunge.

 

 

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