Il tentato assalto alla volante di polizia a Torino, da parte di un gruppo di decine di anarchici, non poteva non lasciare strascichi a livello politico. Specie dopo pochi giorni dalle cariche sugli studenti a Pisa e da polemiche sulle forze dell’ordine, difese al solito dalla destra e criticate dalla sinistra. In quell’occasione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un duro comunicato in cui spiegava il contenuto della telefonata avuta con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, aveva condannato l’uso dei manganelli: “L’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”. “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento” aveva aggiunto il capo dello Stato. Ieri, invece, a poca distanza dai fatti di Torino ha chiamato sia il capo della Polizia, Vittorio Pisani, sia il ministro Piantedosi per esprimere solidarietà agli agenti coinvolti.

Assalto volante a Torino, l’affondo di Giorgia Meloni

Piantedosi aveva condannato l’assalto violento contro la pattuglia, definendo “inaccettabile e sintomatico del clima di sospetto a cui sono sottoposte le forze dell’ordine”. Più dura è stata la premier Giorgia Meloni, che ieri sera al Tg2, ha dichiarato: “Penso sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”. Difficile non vederci un riferimento alle parole di pochi giorni fa di Mattarella, con la presidente del Consiglio che quindi sembra aver attaccato la posizione presa dal capo dello Stato, dimostrando di non aver gradito la recente chiamata al ministro Piantedosi e il suo intervento diretto.

Poi, la presidente del Consiglio ha rivolto un messaggio alle forze di governo precedenti: “Le lezioni sul governo autoritario, da parte di quelli che sparavano con gli idranti sui lavoratori inermi seduti a terra, o che rincorrevano gli italiani da soli in spiaggia con i droni, preferisco non riceverle”.

Redazione

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