Il turno e le prenotazioni
AstraZeneca, che succede se si rinuncia al vaccino

La vicenda del stop al vaccino AstraZeneca rischia di diventare un grave ostacolo alla campagna anti-covid. Il vaccino è stato sospeso, lunedì 15 marzo, dopo alcuni casi sospetti di trombosi, anche letali, sui quali però non è emersa al momento alcuna correlazione con la somministrazione del preparato di Oxford. C’è quindi gente che potrebbe rinunciare all’inoculazione, qualora il vaccino dovesse essere reintrodotto dopo il parere di oggi dell’Agenzia Europea del Farmaco. La campagna, dopo la sospensione del preparato che ha fatto saltare circa 200mila somministrazioni, potrebbe comunque inciampare e quindi stentare, nonostante le rassicurazioni e i pareri favorevoli. Che succederà a chi deciderà di rinunciare alla dose AstraZeneca?
Finirebbe in fondo alla fila. Sia chi non si presenta alla somministrazione che chi non si prenoterà prima della scadenza prevista per la propria categoria. E quindi chi deciderà di non rispondere alla convocazione potrebbe aspettare almeno tre mesi prima di ricevere una dose di vaccino. Un meccanismo che non è nuovo.
Per sopperire a questa situazione, come scrive Il Corriere della Sera, la tattica che dovrebbe essere adottata sarà quella dell’overbooking, e quindi della convocazione di un numero di poco superiore alle dosi disponibili mettendo in conto la rinuncia di una parte delle persone previste. Si dovrebbe poi passare a un sistema di prenotazione più flessibile che non prevederà probabilmente fasce d’età o categorie d’età.
L’obiettivo dell’Italia è quello di raggiungere l’80% degli immunizzati entro fine settembre. Da metà aprile dovrebbe essere disponibile anche il farmaco monodose Johnson&Johnson, che si aggiungerà a quelli Pfizer-BioNTech e AstraZeneca. Il commissario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha detto che la sospensione di quattro giorni dovrebbe essere recuperata in due settimane. Arruolati nella campagna anche le farmacie come luogo di somministrazione, i dentisti, gli infermieri degli ospedali all’esterno dei nosocomi.
La sospensione del vaccino AstraZeneca è stata causata da alcuni morti sospette, trombosi anche letali in persone che avevano appena ricevuto il preparato di Oxford: nessuna prova sulla correlazione. Lo stop di lunedì in Italia, Germania, Francia e Spagna seguito da Svezia e preceduto da Danimarca, Norvegia, Bulgaria, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Indonesia. Le autopsie sul professore di Biella Sandro Tognatti e sul bidello napoletano Vincenzo Russo hanno escluso correlazioni così come sulla professoressa Annamaria Mantile. Eventi avversi sarebbero stati registrati in appena 11 casi su 5 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca, per i quali non è emersa al momento correlazione, tra trombosi e somministrazione. Le inoculazioni potrebbero riprendere con l’esclusione di alcune categorie.
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