Il sondaggio
AstraZeneca, lo stop incrina di poco la fiducia degli italiani: “Sospensione vaccino necessaria”
Sono state poche le disdette tra i prenotati del vaccino AstraZeneca, tra il 5 e il 10%, in Italia. E del 5% è il calo nella percentuale delle persone che dichiarano di volersi vaccinare quanto prima. È quanto emerge dal sondaggio Pagnoncelli per Il Corriere della Sera. La sospensione di quattro giorni del preparato di Oxford ha fatto saltare 200mila somministrazioni. Le rassicurazioni in conferenza stampa dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) hanno fatto ripartire la campagna, già ieri, dalle 15:00, in alcune Regioni.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato ieri che come suo figlio si sottoporrà alla somministrazione. Oggi è il turno del commissario all’emergenza covid Francesco Paolo Figliuolo e del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. La marcia indietro di lunedì 15 marzo ha rischiato di far inciampare – dopo le continue rassicurazioni dell’Aifa in merito ai casi di trombosi, anche letali, in persone che avevano ricevuto il vaccino – la campagna. L’Italia punta a vaccinare entro settembre l’80% della popolazione. Il caso AstraZeneca sembra comunque aver intaccato di poco la fiducia dei cittadini.
La rilevazione è stata condotta tra martedì e giovedì, il giorno delle rassicurazioni dell’Ema. Al 52% dunque quelli che vogliono vaccinarsi quanto prima; quelli che vogliono attendere per capire l’efficacia del farmaco ed eventualmente scegliere passano dal 23% al 28%; quelli che non vogliono farsi vaccinare aumentano dal 9% all’11%. Sulla decisione di sospendere “in via cautelativa” il farmaco dopo i “gravi eventi avversi”: il 39% ha considerato lo stop necessario e si è detto meno certo della sicurezza dei vaccini; il 38% ha definito la scelta corretta e ha la percezione di una campagna monitorata; il 13% ha considerato lo stop eccessivo.
Più severi i giudizi sulla campagna vaccinale: il 53%, in aumento del 7%, esprime una valutazione negativa; il 20%, meno 9%, positiva; il 27% non si esprime. Il piano paga la lentezza: il 36% pensa di potersi vaccinare entro fine settembre; il 22% pensa entro fine giugno e il 14% entro la fine dell’estate; il 28% entro la fine del 2021; il 12% nel 2022. Al 21% la preoccupazione di essere scavalcati nella campagna; il 47% è fiducioso del rispetto del piano.
L’impatto sugli elettorati: i picchi più elevati di fiducia nell’elettorato del Partito Democratico e del centrosinistra, 76%; seguono Forza Italia al 59%, Movimento 5 Stelle al 52%, Lega al 49% e Fratelli d’Italia nel 45%. Gli elettori di Fdi e Lega, rispettivamente 66% e 63% sono i più critici verso la campagna vaccinale.
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