Astrazeneca sì, no, forse. Sul vaccino anti-Covid che doveva essere la chiave di volta per far uscire l’Italia dalla pandemia ci sono ancora troppe incognite e il tentativo dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), di rassicurare non va a segno, anzi contribuisce a far crescere i dubbi, tanto che anche l’Italia decide di raccomandarne l’utilizzo nei soli over 60.

La decisione diventa ufficiale solo in serata, durante la conferenza stampa in cui il direttore del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, annuncia: “Con il ministro abbiamo deciso di stabilire la raccomandazione per l’uso preferenziale di Astrazeneca nei soggetti oltre i 60 anni di età”. Il siero non sarà ‘vietato’ per le persone più giovani, e restano i timori di quanti, a cominciare dai tanti insegnanti under 60, hanno già ricevuto la prima dose e attendono ora di capire cosa fare.

Intanto la campagna vaccinale prosegue ma ancora non decolla: l’obiettivo, fissato a mezzo milione di dosi giornaliere, dalla terza settimana di marzo, è ancora lontano, restano troppe le differenze tra le Regioni, e il parziale stop al vaccino anglo-svedese rischia di dare un nuovo colpo ai numeri delle immunizzazioni. Con la nuova decisione presa si potrà velocizzare la somministrazione per gli anziani, ma cosa succederà quando a giugno si passerà agli under 60?

“Abbiamo 8-9 settimane di autonomia”, ha spiegato il ministro Roberto Speranza durante la riunione. Buona parte delle 34 milioni di dosi di AstraZeneca erano infatti destinate agli under 60. Si può ovviare con Johnson & Johnson, a patto che i 26 milioni di vaccini della casa americana arrivino come da cronoprogramma.

Poi c’è il problema dello scetticismo. Le varie bufere che a più riprese hanno travolto AstraZeneca stanno spingendo sempre più persone a rinunciare al vaccino. In Puglia, Calabria, Sardegna e Campania ci sono aree dove il tasso di rinuncia tocca picchi del 40 per cento. Per il momento le rassicurazioni degli scienziati sembrano ancora deboli.

“Raccomandate di usarlo per gli over 60? Non ci sarà mai nessun medico che si prenderà la responsabilità di vaccinare un 50enne con AstraZeneca!”, tuona Zaia. Il presidente pugliese Michele Emiliano: “Da noi circa una dose su due di AstraZeneca viene rifiutata. Con questo modo confuso di comunicare dell’Ema andrà sempre peggio”. Insomma, sintetizza il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga: “Rischiamo di avere vaccini che non riusciremo a inoculare, perché la gente non li vuole”.

Il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio continuano a viaggiare in Italia da nord a sud: inizierà oggi con l’inaugurazione del nuovo centro vaccinale di Macerata la visita nelle Marche, cui seguirà, venerdì, quella in Emilia Romagna.

Dopo Macerata, ad Ancona visiteranno due centri vaccinali cittadini e il drive-through della Difesa, e avranno un incontro istituzionale con la giunta per fare il punto sulla situazione. Venerdì la visita proseguirà in Emilia-Romagna, dove il commissario e il capo della Protezione civile incontreranno il presidente della Regione e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, prima di recarsi all’hub vaccinale allestito presso la Fiera di Bologna.

La visita in Emilia-Romagna si concluderà presso l’hub vaccinale di Fiera Ferrara. Si punta a far ingranare la marcia giusta a tutte le Regioni, senza lasciarne nessuna indietro, mentre i governatori chiedono più dosi, consapevoli del fatto che i nuovi paletti imposti ad Atrazeneca complicheranno ulteriormente la situazione.

Dal canto suo, l’Ema sottolinea che le forme di trombosi finite sotto la lente sono “effetti collaterali molto rari”, che “i benefici del vaccino superano i rischi” perché è “altamente efficace ed evita il ricovero”. Ma troppi dubbi restano e il fatto che l’Europa sia ancora spaccata a metà tra quanti lo somministrano senza limitazioni e quanti hanno imposto una serie di paletti al suo impiego, non contribuisce a rassicurare le persone in procinto di vaccinarsi.

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