Sarà una estate rovente per la mobilità romana. Il Riformista è venuto in possesso di un documento riservato del sindacato FAISA – CISAL (Federazione Autonoma Italiana Sindacale Autoferrotranvieri) sulla mancanza di un nuovo contratto di servizio con il Comune di Roma per il salvataggio dell’azienda della mobilità capitolina A.T.A.C. S.p.A.

Di seguito, riportiamo il testo del documento sindacale

Da anni questa Organizzazione Sindacale, che, nonostante le perplessità legate al rischio di approdare alla procedura concordataria per il salvataggio di A.T.A.C. S.p.A. si era dimostrata disponibile ad assecondare la scelta del Comune di Roma, denuncia le criticità che incombono sul buon esito della stessa procedura a causa della scellerata gestione esercitata dai Vertici Aziendali e dall’Ente Proprietario, come la stessa Corte dei Conti ha evidenziato, con:
• “la violazione delle procedure per il conferimento delle consulenze e l’assegnazione di consulenze a più soggetti su stesse tematiche;
• “l’aumento dei costi della manutenzione: da quasi 38 milioni nel 2018 ad oltre 42 l’anno successivo.

Una spesa strettamente collegata alla vetustà del materiale rotabile, e della rete, in ragione del progressivo logorio dei mezzi nel tempo e del conseguente aumento dei costi di manutenzione.
Tanto che la vetustà di gran parte delle reti utilizzate da A.T.A.C. S.p.A. (metro, tram, e tratte ferroviarie) così come del parco mezzi, richiederebbe decisioni di investimento ben programmate
e di lungo respiro;

• “la decisione del Comune di Roma, nonostante gli impegni presi, di modificare unilateralmente l’usufrutto dei mezzi acquistati da gratuito in oneroso, con conseguente maggior costo per A.T.A.C. S.p.A., per il triennio concordatario, pari a circa 4,8 milioni di euro per 227 bus”. Una spesa straordinaria che ha costretto A.T.A.C. S.p.A. a modificare il piano concordatario prevedendo l’acquisto di autobus più economici (a gasolio) in sostituzione di quelli più costosi (ibridi e a metano) originariamente previsti. Una “misura correttiva” che ha determinato una riduzione di oltre 60% di nuovi autobus ibridi, che diventano 100 in luogo dei 250 previsti, trascurando il problema ambientale.

A ciò si aggiunga la decisione della Regione Lazio di favorire il subentro, a far data dal 1 luglio 2021, di CO.TRA.L. S.p.A. e di ASTRAL S.p.A. nella gestione delle FERROVIE EX CONCESSE Roma-Lido di Ostia e Roma-Viterbo. Per effetto di tale operazione, come la stessa Corte evidenzia, “A.T.A.C. S.p.A. perderà parte significativa del trasferimento regionale sin qui percepito che, da luglio 2021, subirà una riduzione pari a 70 milioni di euro.
Ma non è tutto, occorre ricordare che, ancora oggi, gli accordi tra Comune di Roma e Regione Lazio prevedono:

• Che nonostante il volume di TPL esercito nella sola Provincia di Roma sia di gran lunga maggiore rispetto a tutto il restante territorio regionale, raggiungendo livelli pari a circa il 92% del totale e
dell’86% dovuti alla pandemia, si seguita a redistribuire i proventi dell’Ex Fondo Nazionale Trasporti con quote che non tengono conto degli effettivi volumi eserciti. Al Lazio infatti spetta una quota annuale del Fondo pari all’11% del complessivo e ne gira al Comune di Roma soltanto una quota parte pari al 55% di questo;

• Che si seguiti a tenere in piedi il vecchio sistema di ripartizione dei proventi da bigliettazione, il c.d. Sistema METREBUS, valido in tempi di monopolio. Ma oggi, per la presenza di più vettori sul
territorio regionale, A.T.A.C. S.p.A. ne risulta penalizzata di circa il 9% sul totale degli incassi. Inoltre, nonostante l’arrivo cadenzato dei nuovi mezzi di superficie, A.T.A.C. S.p.A. non riesce ad
ottenere quell’aumento di produttività concordato con il Tribunale Fallimentare poiché i comparti tram, ecocompatibile e filobus sono al tracollo, con perdite di migliaia di km/vettura al giorno.

Il pessimo stato in cui versano le infrastrutture ferroviarie, con binari che nel 75% dei casi hanno ampiamente superato la vita tecnica utile, stanno determinando una continua grave diminuzione dei mezzi utilizzabili per il servizio anche a danno della sicurezza.

Un capitolo a parte dovrebbe poi essere dedicato al servizio affidato ai privati, circa 30 milioni di km di linee annue con velocità commerciale superiore di circa 4 volte quelle esercite da A.T.A.C. S.p.A. che ne risulta fortemente penalizzata, considerando che i proventi da contratto di servizio sono legati ai km percorsi…

La tanto auspicata “CURA DEL FERRO” come strategica per migliorare Roma è l’ennesima promessa non mantenuta. I mancati interventi sulle infrastrutture metropolitane, nonostante che gli stanziamenti del M.I.T. siano stati già erogati, rimangono nelle casse di una Amministrazione incapace anche di spendere.

In estrema sintesi, il risanamento di A.T.A.C. S.p.A., che agli occhi della Corte dei Conti appare allo stato incerto, nonostante lo sforzo profuso da tutti i lavoratori (che si sono tradotti in aumenti generalizzati della produttività e cospicui tagli economici alle retribuzioni), ai nostri occhi appare oggi, purtroppo, irraggiungibile, soprattutto in mancanza di un nuovo contratto di servizio. Una semplice proroga dello stesso basterà a convincere definitivamente il Tribunale Fallimentare?
Addirittura incurante di tale grave situazione, questa Società promuove selezioni interne dovute principalmente al clima preelettorale con un notevole aumento del costo gestionale.

Il tempo è scaduto, l’inefficienza della gestione ha creato un maggiore debito e ha prodotto un livello insufficiente di trasporto erogato. Le scelte della Giunta stanno portando l’Azienda verso il fallimento, mettendo a rischio la Città ed i lavoratori tutti.
Alla luce di quanto detto, appare evidente che quanto sin qui operato dagli Enti competenti (Regione e Comune), piuttosto che mirare a dare un assetto ordinato, ed efficiente al sistema del trasporto dell’intera area romana a laziale, per garantire ai cittadini una adeguata tutela dei diritti alla mobilità, alla sicurezza ed alla salute, siano state soprattutto indirizzate a tutelare i rispettivi interessi politici. Prova ne sia anche il sopraccitato trasferimento delle FERROVIE REGIONALI, da sempre gestite dal Comune di Roma che ha il solo obiettivo di consentire alla stessa un nuovo affidamento diretto del servizio da parte della Regione Lazio al binomio CO.TRAL. – ASTRAL.

Si è coscienti dei risvolti che tale scelta avrà sui disastrati conti di A.T.A.C. S.p.A.?
C’è infine da chiedersi il perché la Regione Lazio, non abbia provveduto ad investimenti che erano di Sua esclusiva competenza lasciando deperire colpevolmente le FERROVIE CONCESSE dimenticando le difficoltà affrontate quotidianamente dagli utenti e dai lavoratori.

Redazione

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