Un secondo cittadino ucraino coinvolto nell’attentato costato la vita a Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin. A identificarlo è stato l’Fsb, il servizio di sicurezza russo che sta indagando dal 20 agosto scorso sulla morte della giornalista e analista politica russa, uccisa nell’esplosione di una bomba piazzata nella sua auto, sulla quale avrebbe dovuto viaggiare anche il padre ‘ideologo’ del presidente Vladimir Putin.

L’uomo, di 44 anni, si chiama Bodan Petrovich Tsyganenko: anch’egli agente dei servizi segreti ucraini, avrebbe collaborato con l’altra 007 di Kiev Natalya Vovk nell’attentato costato la vita alla Dugina nell’esplosione avvenuta a ovest di Mosca lo scorso 20 agosto.

Tsyganenko sarebbe entrato in Russia dall’Estonia il 30 luglio e avrebbe lasciato il Paese il giorno prima dell’uccisione della Dugina. L’Fsb lo accusa di avere fornito false targhe automobilistiche e falsi documenti alla Vovk sotto il nome della cittadina kazaka Yulia Zaiko, oltre che di avere confezionato l’ordigno usato per l’attentato.

L’ulteriore indagine ha stabilito che l’omicidio di Dugina è stato preparato a Mosca, insieme a Natalia Vovk, da un altro membro del gruppo di sabotaggio e terrorista ucraino, il cittadino ucraino Bogdan Petrovich Tsyganenko, nato nel 1978, arrivato in Russia tramite Estonia il 30 luglio 2022 e che ha lasciato il territorio russo il giorno prima dell’esplosione che ha ucciso Dugina“, si legge in un comunicato diffuso dall’Fsb tramite l’agenzia stampa russa Tass.

La ricostruzione ufficiale russa sulla morte della Dugina, premiata dal presidente Vladimir Putin con l’Ordine coraggio per la dedizione mostrata nell’esercizio del suo dovere professionale, è stata sin dal primo giorno smentita da Kiev.

Redazione

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