La nomina del nuovo ministro della Giustizia ispira riflessioni sul futuro di questo settore tanto in affanno, sul giusto processo e sui diritti dei cittadini, sul garantismo, sulle leggi da riformare e quelle da far osservare, e a Napoli abbiamo pensato di sentire il parere dell’avvocatura attraverso uno dei sui più alti rappresentanti, il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Tafuri.

Per una pura casualità, però, i tempi di questa riflessione coincidono con i tempi della bufera che si è abbattuta sul Coa di Napoli dopo la scoperta di un debito da un milione e centomila euro nei confronti dell’Erario e dell’Inps causato da una serie di mancati pagamenti di tasse e contributi previdenziali accumulatosi dal 2008. Da giorni questa situazione sta creando un vespaio, alimentando le posizioni più disparate in seno all’avvocatura napoletana: c’è chi vorrebbe le dimissioni di tutti i componenti del Consiglio ritenendoli responsabili di non aver controllato i bilanci e il lavoro del direttore amministrativo, c’è chi da moroso ha ricevuto la pec di sollecito dei pagamenti per mettersi in regola e ora se la prende con chi ha inviato la pec, c’è chi ha una posizione invece più moderata e per il momento vuole attendere che si chiarisca per bene tutta la vicenda.

L’avvocatura, insomma, è divisa nelle posizioni da assumere rispetto a questo caso ma unanime nell’esprimere stupore di fronte alla notizia del maxidebito. Il presidente Tafuri prova a chiarire. «Abbiamo predisposto un piano di rateizzo per cui le prime rate le pagheremo a inizio novembre. E siamo in grado di pagare». Quanto alla polemica delle pec partite per sollecitare i morosi a mettersi in regola, spiega: «Abbiamo inviato tutte le richieste di pagamento che dagli archivi risultavano in sospeso, ovviamente ci possono essere delle mancate registrazioni o dei mancati aggiornamenti. È il caso, ad esempio, degli avvocati di Ischia che hanno usufruito dell’esonero dalle tasse per un anno nel 2017 a causa del terremoto che ha colpito l’isola: la loro posizione andrà aggiornata tenuto conto di questo esonero. E se qualcuno che ha ricevuto la pec eccepisce la prescrizione, verificheremo, e verificheranno gli uffici, ogni singola posizione. Ho costituito – spiega il presidente – un gruppo di consiglieri, sei per il momento, che si occuperanno proprio di fare istruttoria su tutte le pec di risposta che stiamo ricevendo».

Attualmente al lavoro ci sono gli avvocati consiglieri Pasquale Altamura, Luigi Aprea, Capocelli, Giovanni Carrini, Giuseppe Napolitano, Hillary Sedu: a loro il compito di analizzare le risposte alle singole pec e valutare caso per caso. Quanto al maxidebito, per ora l’unico additato come responsabile pare sia il direttore amministrativo, attualmente sospeso . «Penso che ci sia stata una gestione molto superficiale dei conti – commenta Tafuriperché la gestione di un ente non è come la gestione di casa propria. Probabilmente ha creduto di poter fare comunque fronte a tutti gli impegni ma gli impegni invece sono poi arrivati a un livello tale che la situazione è sfuggita di mano. Il motivo di tutto questo non riesco a capirlo nemmeno io».

«Come ho dichiarato al Consiglio – aggiunge il presidente – quello che mi ha detto è stato che quando in alcuni momenti il conto si restringeva (e si tratta di un assottigliamento ciclico e fisiologico per l’Ordine) lui doveva scegliere cosa pagare. Dal mio punto di vista – dice ancora Tafuri – avrebbe dovuto scegliere di pagare le tasse e i contributi, invece ha scelto altri pagamenti e questo è quello che è successo». Parliamo di un direttore amministrativo al servizio del Consiglio dalla metà degli anni Novanta, «godeva di competenze e della fiducia di tutti». A chi gli imputa di non aver controllato, Tafuri replica: «Io non posso controllare se il dipendente ha pagato le tasse in quel dato mese e non posso sapere che ci sono avvisi di pagamento se le cartelle e gli avvisi vengono nascosti. Non ho accesso alla posta elettronica né quando arriva il postino ricevo la posta, il direttore è competente a fare questo».

In attesa che tutto venga chiarito, si prova comunque a guardare al futuro. Quello della giustizia è ora nelle mani del nuovo ministro, l’ex magistrato Carlo Nordio, che parla di depenalizzazione, processi veloci, separazione delle carriere. Gli avvocati di Napoli cosa si aspettano? «Sicuramente gli avvocati confidano nel garantismo – afferma Tafuri e confidano nel coraggio di attuare alcune riforme. Quella sulla separazione delle carriere è una delle battaglie dell’avvocatura, vedremo nel prossimi mesi cosa succederà». E poi il processo celere e giusto, «che deve tradursi – conclude Tafuri – in un’efficienza unita alla giustizia e unita alla possibilità di mettere nelle condizioni le parti, che siano del processo penale o del processo civile, nelle condizioni di spiegare per intero e senza limitazioni le proprie difese e tutelare le proprie ragioni».

Avatar photo

Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).