Gentile Ministra,
le scrivo questa lettera con profondo rammarico. Sin dal primo giorno del suo insediamento come Guardasigilli, ho sostenuto – spesso con entusiasmo, in privato e in pubblico – la sua persona, la sua cultura garantista, la sua idea di giustizia. E ho sempre commentato con favore tutte, ma proprio tutte, le iniziative da lei intraprese, i suoi interventi pubblici e i progetti di riforma, anche quando in parte potevo dissentirne. Questo per ribadire che chi le scrive è un suo convinto estimatore. Ma proprio l’apprezzamento nutrito per lei mi induce alla massima franchezza.

C’è un punto del suo programma e delle sue dichiarazioni che è rimasto totalmente trascurato. Ed è quello che riguarda “gli innocenti assoluti”, ovvero i bambini reclusi in cella con le proprie madri. Come ricorderà, su tale questione abbiamo avuto un incontro al Ministero, nel corso del quale lei affermò l’impegno a modificare radicalmente la situazione, invitandomi a rimanere in contatto col suo dicastero, e mi incaricò di elaborare un progetto che, affiancando il disegno di legge di iniziativa parlamentare, proponesse una via amministrativa capace, per lo meno, di attenuare e ridurre al minimo il fenomeno della “reclusione infantile”. Da allora è passato quasi un anno e, purtroppo, sul piano pratico non è stato ottenuto alcun che. Al contrario, si va consolidando la precedente tendenza. Nel luglio scorso il carcere bolognese la Dozza ha inaugurato la sezione nido e da qualche mese a Rebibbia cresce il numero dei bambini reclusi. Al 30 aprile 2022 i “bambini galeotti” erano 20.

Una “commissione informale” da me promossa e che comprendeva i massimi esperti della materia, ha elaborato un piano contenente alcune indicazioni relative a misure che, a normativa vigente, potrebbero drasticamente ridurre, fin quasi ad azzerare, il numero dei bambini in carcere e a limitare al minimo il tempo della loro permanenza in cella. Ma di questo progetto, messo a disposizione anche della Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario, presieduta dal Professor Marco Ruotolo, non c’è stata mai occasione di discutere. Alcuni giorni fa la Commissione giustizia della Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge Siani che tra qualche settimana dovrebbe giungere in aula. C’è da temere, tuttavia, che considerata la complessità del calendario parlamentare l’iter del provvedimento possa essere ancora assai lungo e accidentato. Da qui questa lettera.

Approvata la riforma della giustizia, non è giunto il momento, infine, di porre mano con decisione a questo tema, così circoscritto, così peculiare all’interno del sistema della giustizia penale, ma così carico di sofferenza e di un intenso valore simbolico? Non è forse il caso e il momento di porsi l’obiettivo di “0 bambini in carcere”? Entro una scadenza temporale che consenta di recuperare, il prima possibile, fiducia nel sistema democratico e nello Stato di diritto? La ringrazio dell’attenzione e la saluto cordialmente,