Oggi è uscita dal Nido di Rebibbia l’ultima mamma con i suoi bambini per andare ai domiciliari“. Poche righe su Facebook per celebrare un successo per cui si è lavorato a lungo. E non nasconde l’entusiasmo Gabriella Stramaccioni, Garante dei Detenuti di Roma. Raggiunta dal Riformista, Stramaccioni racconta l’evoluzione del percorso di svuotamento di una struttura che “non dovrebbe accogliere bambini“. Con perentorietà, sottolinea che in questi siti non dovrebbero esserci minori. Per loro, infatti, ci sono spazi pensati per tenerli lontani dal carcere, dove poter condurre una vita quanto meno normale.

‘No’ al carcere come ultima ratio

La Garante si è infatti attivata sin dal suo insediamento per svuotare il Nido di Rebibbia. “Quattro anni fa, circa, il Nido ospitava tra le 12 e le 15 donne con minori a carico“, racconta Stramaccioni che precisa come la pandemia abbia determinato un’accelerazione sulla ricerca di soluzioni alternative, come la detenzione domiciliare o l’ingresso in strutture specifiche quale è la Casa di Leda.

La Garante precisa che nell’ultimo periodo, il Nido di Rebibbia ha ospitato quattro donne. Ma a determinare la conquista odierna è stata una maggiore consapevolezza delle condizione in cui sono costretti a vivere i minori. La Garante riconosce l’impegno di Marco Patarnello, magistrato di sorveglianza a Roma, che “grazie alla sua sensibilità, è stato capace di valutare soluzioni alternative e adatte per le donne con bambini a carico“, ribadisce Stramaccioni che respinge l’ipotesi di carcere come ultima ratio per le mamme con figli.

L’associazione “A Roma, Insieme”

E per la Garante dei detenuti di Roma è fondamentale il lavoro dell’associazione “A Roma, Insieme“, che propone diverse iniziative per garantire ai minori una permanenza più piacevole nel Nido. L’associazione di volontariato, nata nel 1990, da diciassette anni organizza i “Sabati di libertà“, con attività esterne al Nido per i bambini e le bambini, come gite nei parchi cittadini, al Bioparco e dovunque si possano creare momenti di gioco, scoperta e di svago.

Ma anche queste attività sono state stravolte dal Covid-19. Come racconta Stramaccioni, nel Nido sono stati irrigiditi i protocolli per prevenire il contagio del virus. E questo ha pesato in particolar modo sui bambini, che hanno dovuto ridurre i contatti tra loro. Ma prosegue l’impegno per il futuro, sostiene la Garante: “Mai più mamme e bambini in carcere, mai più donne in stato di gravidanza in carcere“.

Non è più tollerabile, infatti, che le donne incinte siano in un istituto penitenziario e, come successo lo scorso mese, queste siano costrette a partorire in cella. Per questo, rilancia Stramaccioni, si continuerà a lavorare affinché ciò non accada più.