Dopo la proposta di Mancuso
Basta immondizia, l’Area Nord ha già dato

La storia insegna e l’esperienza evita di commettere errori, magari gli stessi commessi da altri in passato. Eppure non sembra così leggendo l’intervista rilasciata al Mattino dal neo assessore all’ambiente del Comune di Napoli, Paolo Mancuso. In un passaggio della conversazione pubblicata ieri, il rappresentante della Giunta Manfredi, ricordando il completamento della fase progettuale dell’impianto di compostaggio di San Giovanni, afferma che per un altro impianto simile, richiedono un finanziamento per realizzarlo nell’area nord di Napoli. Ecco, leggere di questa novità, mai citata nel programma della coalizione che ha sostenuto Gaetano Manfredi, pone, insieme a una perplessità grande come una casa, una domanda spontanea; l’assessore conosce la storia recente della città?
Una delibera e finanche una gara pubblica furono infatti già messe in campo dalla passata amministrazione e dall’assessore all’ambiente dell’epoca, Tommaso Sodano, in conseguenza della volontà dell’amministrazione de Magistris che, analogamente a Manfredi, non aveva citato in nessun rigo del programma, presentato agli elettori, la determinazione di portare “monnezza”, di qualsiasi tipologia, a Scampia e tanto meno, in altri siti dell’area nord della città. Il rivoluzionario ex sindaco, “spalleggiato” dalle “sue” associazioni sul territorio, spinse infatti fortemente per la realizzazione di un impianto di compostaggio di ben 33mila tonnellate l’anno da realizzarsi nelle aree di Scampìa adiacenti cupa Perillo e l’autoparco dei mezzi Asìa, nelle vicinanze di ben 5 istituti scolastici. Questa sciagura fu evitata non solo grazie alla sollevazione della municipalità e di tantissimi cittadini e residenti.
Già dall’annuncio nel 2013 le proteste furono copiose e pesanti fino ad arrivare in consiglio regionale dove un ordine del giorno, presentato da due capigruppo del consiglio regionale, Corrado Gabriele per il Pse e Ugo De Flaviis per il Ncd, chiedeva all’allora presidente, Stefano Caldoro, di non concedere il parere favorevole della Regione per la realizzazione dell’impianto. Dopo le rimostranze di Gianni Lettieri, allora capo dell’opposizione in consiglio comunale, anche Vincenzo De Luca, durante la campagna elettorale del 2015, si schierò dalla parte dei manifestanti e promise che nessun impianto per il trattamento dei rifiuti sarebbe stato realizzato a Scampìa e tanto meno nell’area nord di Napoli. Si fece immortalare addirittura con i manifestanti con tanto di cartello di protesta. La volontà venne meno, alla gara non partecipò nessuno e la cosa si è persa nel tempo. Ma a quanto pare i corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico si ripetono anche per l’area nord della città ed è quindi necessario rinfrescare la memoria a qualcuno. L’area in questione, per volere della politica passata, ospita attualmente un carcere, una discarica (Chiaiano), due campi rom, uno enorme e abusivo a Cupa Perillo (quello oggetto degli incendi ripetuti) e l’altro regolare, alle spalle del carcere di Secondigliano.
Il tutto condito con un enorme autoparco dei compattatori Asia, che il sindaco precedente disse di voler addirittura ampliare, un posto dove certamente non c’è profumo di viole e ciclamini. Il tutto in un contesto di criminalità piccola e grande tale da essere palcoscenico di film e più serie di fiction sulla camorra, fortunatissime, per loro, di incassi e di ascolto. E dunque caro assessore, nel ricordarle che nel 2017 ci fu un accordo istituzionale tra regione e Comune per la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio all’interno degli impianti Stir di Giugliano e Tufino, nella più semplice delle formule le dico: a Napoli nord abbiamo già dato. Porti altrove il suo impianto.
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