Bianca Berlinguer ha deciso di lasciare la Rai e accettare l’offerta economicamente più ricca di Mediaset e Piersilvio Berlusconi. Sperando di far passare in secondo piano che il suo addio alla Rai appaia dettato esclusivamente da ragioni economiche, però, la conduttrice ha deciso di lanciare accuse infondate alla politica. Tra queste c’è l’attacco al Governo Renzi. Dopo 8 anni di silenzio, ora Berlinguer sostiene di aver subito pressioni in quegli anni.

Perché parla solo ora? Perché non ha mai detto nulla in tutti questi anni? Ci vuole davvero una bella faccia tosta. Basta ricordare che cosa era diventato il Tg3 di quell’epoca. Nel 2016 depositai all’Agcom un dettagliatissimo esposto, realizzato con la collaborazione legale di due avvocati di grande esperienza come Angelo Schiano e Fiorenzo Rossi, che comprovava come il pluralismo e la correttezza dell’informazione venissero sistematicamente calpestati.

Il tg di Berlinguer, infatti, dedicava uno spazio spropositato alla minoranza del Pd, uno spazio quindi che il monitoraggio Agcom assegnava alla maggioranza di governo, ma che nei fatti costituiva tempo totalmente ascrivibile all’opposizione. La minoranza Pd aveva negli organismi del partito uno spazio molto ridotto, secondo le scelte democratiche degli iscritti, ma al Tg3 aveva uno spazio pari se non superiore a quello della maggioranza del partito. Uno squilibrio che danneggiava anche l’opposizione ufficiale, a partire dal Movimento 5 stelle. A quel minuzioso esposto aspetto ancora che l’Agcom risponda ufficialmente.

Peraltro va ricordato che una volta sostituita da direttore del Tg3, dopo 7 anni di mandato, Berlinguer non è stata epurata, ma ampiamente valorizzata con una doppia trasmissione, Cartabianca, inizialmente in onda sia tutti i pomeriggi che il martedì in prima serata, dove ha avuto totale libertà di decisione, senza vicedirettori, capiredattori e Cdr.