Nel 2013 anche Berlusconi conobbe l’indole violenta di Putin. Un episodio vissuto durante una battuta di caccia, all’epoca dei fatti rimasto privato, ma confidato dal Cavaliare al proprio capogruppo alla Camera del tempo Fabrizio Cicchitto, che oggi lo rende pubblico in un’intervista al Corriere della Sera. “Fu un gesto che sorprese Berlusconi”, racconta, che con freddezza ricordò quella giornata invernale passata insieme in Russia.

Il racconto

“Putin mi propose di andare a cacciare. Inizialmente esitai, considerando che non avevo mai maneggiato un fucile, ma poi su sua insistenza, accettai di accompagnarlo”, riferiva il leader di Forza Italia. Nel bosco lo zar gli consegna l’arma alzando l’agitazione del Cavaliere. “Mentre ci addentravamo nella neve, avvistò due caprioli e mi indicò di prendere la mira: ‘Quello è il tuo. Sparagli’. Decisi categoricamente di non sparare, e lui si caricò della situazione, abbattendo entrambi gli animali Guardandomi soddisfatto, annunciò che mi avrebbe offerto un pasto straordinario”.

L’abitudine del cacciatore

Ma è quanto accade negli istanti successivi che ha scosso l’animo del Cavaliere: “Putin si avventurò giù per il pendio verso le prede, brandendo un coltello. Dopo aver squartato una bestia e estratto il cuore, mi consegnò un vassoio di legno con un pezzo di carne sanguinante, assicurandomi che sarebbe stato un pasto eccezionale”. Alla vista del cuore, Berlusconi non riuscì a trattenersi: “Mi rifugiai dietro un albero per vomitare”. L’ex presidente del Consiglio provò a darsi una spiegazione: “Forse è solo l’abitudine di un cacciatore”. E dopo racconto, fa sapere Cicchitto, seguì un interminabile silenzio.

Redazione

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