I 40 anni del Carroccio
Salvini incassa gli insulti di Bossi e ricorda Maroni alla festa della Lega, ma anche ‘Bobo’ chiedeva un nuovo segretario
Compleanno senza il fondatore Umberto Bossi quello festeggiato dalla Lega in piazza del Podestà, a Varese, alla presenza del leader e segretario Matteo Salvini, del governatore lombardo Attilio Fontana, della squadra dei ministri del Carroccio e dei capogruppo di Camera e Senato. Ieri Bossi, tra una critica e l’altra a Salvini invitato a farsi da parte, aveva annunciato la sua assenza in occasione dei 40 anni del partito da lui fondato. Ricorrenza festeggiata nella sua villa di Gemonio con lo zoccolo duro della Lega che fu.
Oggi Salvini, accolto in piazza da uno striscione che ricorda i tre segretari del partito (“Capo, Bobo, Matteo: una storia ci Lega“) incassa le dure parole del Senatur, precisa di aver invitato Bossi a Varese, e prova a gettare acqua sul fuoco e a nascondere le evidenti tensioni interne al partito. “Quarant’anni di coraggio, di lealtà, di coerenza”, rivendica dal palco Salvini, che una volta sceso rilancia: “Per la Lega e per l’Italia il bello deve ancora venire”. Sulle critiche di Bossi non indietreggia, almeno in pubblico: “Io sono in Lega da trent’anni e sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Umberto Bossi, mi servono per capire e migliorare”. Per il Capitano non si contano i ringraziamenti a “colui grazie a cui tutto è cominciato: senza Bossi non saremmo qui e milioni di italiani non parlerebbero di libertà”.
Salvini tra Bossi e Maroni, i due ex segretari auspicavano cambio di leader
Nel corso del suo intervento Salvini ricorda il passaggio di consegne da Bossi a Maroni (scomparso negli anni scorsi), quando la Lega venne coinvolta in uno scandalo giudiziario con l’ex tesoriere Francesco Belsito (e i 49 milioni di euro spariti dal bilancio) e rischiò di sparire: “Lo ringrazio – dice – perché ha preso il testimone in un momento difficile, durante il quale abbiamo veramente rischiato la fine”. Anche Maroni, scomparso nel novembre 2022 dopo un malattia, auspicò un nuovo segretario per la Lega in seguito alla pesante debacle delle ultime elezioni politiche. “E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma per adesso non faccio nomi“, le parole dell’ex ministro.
Quanto al suo operato da segretario, sottolinea: “Io lo faccio da 10 anni dedicandoci anima, tempo e cuore. Sono contento di aver fatto crescere un partito che ha 500 sindaci in tutta Italia”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Salvini anche Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera. L’obiettivo è quello di evitare le polemiche interne, apparire uniti e provare a risollevarsi alle prossime elezioni europee dopo il boom di 5 anni fa. “Oggi è un giorno di festa, non di polemica. BOSSI è il capo, si ascolta e si rispetta, non si commenta”, dice Molinari che aggiunge: “I disagi della base vanno ascoltati e c’è una questione settentrionale da riportare al centro dell’agenda”. Stesso messaggio che arriva dal collega al Senato, Massimiliano Romeo: “Bisogna soprattutto ripartire dal territorio e dai militanti, cercando di ascoltarli un po’ di più”.
Le parole di Giorgetti dopo l’investitura di Bossi
In piazza del Podestà è presente anche il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, lanciato ieri da Bossi come futuro segretario della Lega. L’esponente del governo Meloni ringrazia sia il Senatur che gli altri due segretari del Carroccio, poi chiosa: “In questi anni di Lega abbiamo capito che non dobbiamo mollare mai. Certe volte bisogna urlare, altre stare zitti. Certe volte bisogna reagire, altre sopportare. Sono regole che continuo a considerare avendo fatto il segretario della Lega lombarda. Sono regole fatte di gerarchia e disciplina che non deve diventare mai servilismo, sarebbe un errore”.
Sull’Autonomia, cavallo di battaglia di sempre della Lega, Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, avverte le opposizioni: “Se ne facciano una ragione sinistra e Cinquestelle: il 29 aprile il ddl va in Aula e andremo avanti”.
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