Erano a un passo dal coronare il sogno della loro vita, studiare in una grande università europea. Poi la presa del potere da parte dei talebani a Kabul e il doppio attentato all’aeroporto, hanno spazzato via le speranze di un’istruzione e di una vita migliore fuori dall’Afganistan. Erano sulla lista degli afghani da recuperare ma dopo l’attentato dell’Isis non sono riuscite a entrare nell’aeroporto e sono rimaste bloccate a Kabul, in Afghanistan.

L’allarme del prorettore della Sapienza, dopo l’attentato terroristico che ha causato oltre 170 morti all’aeroporto di Kabul: “Sono dovute tornare indietro 90 persone dirette in Italia – ha affermato Bruno Botta in un’intervista al Gr Rai – tra cui 81 studentesse afghane (Con alcune di loro sono presenti alcuni loro bambini, che portano il computo totale a 90 persone) che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza. Con loro anche alcuni bambini.

“Dopo l’esplosione – ha aggiunto Botta – le cose si sono complicate, siamo in contatto con l’unità di crisi della Farnesina che sta facendo tutto il possibile per aiutarci e ha detto che non lascerà soli gli studenti della Sapienza. La preoccupazione maggiore è per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che, se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie”.

A confermarlo anche l’ex rettore dell’Università Eugenio Gaudio, aggiungendo che “si sta lavorando a 360 gradi per sostenere gli studenti afghani iscritti alla Sapienza attraverso fondi con la Fondazione Roma-Sapienza. C’e’ impegno – ha detto all’Agi l’ex rettore che è anche presidente della Fondazione Roma Sapienza – per aiutare questi studenti in difficoltà”.

 

Riccardo Annibali

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