I congressi dei circoli del Partito Democratico, iniziati venerdì scorso, andranno avanti fino a domenica 12. Si vota in ordine sparso: ogni giorno si chiude un congresso e si apre quello accanto. I dati della partecipazione danno il segno di un partito vivo, anche se ferito, e che trova nelle assemblee locali una occasione per riaccendere il dibattito sul Pd che sarà. Sulla prevalenza di voti per Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, nessuna sorpresa. Il governatore dell’Emilia-Romagna è avanti in tutta Italia, salvo il Veneto dove prevale Schlein.

Per indicare una media non c’è ancora un campione attendibile, posto che all’interno di ogni regione le votazioni si tengono a macchia di leopardo. Nella regione da cui provengono tre dei quattro competitor, Bonaccini è intorno al 50%, Schlein al 37% mentre Cuperlo e De Micheli si contendono un dodici per cento in due. Cuperlo va meglio nelle grandi città dove il voto è spesso più di opinione che di cordata. A Milano, dove Schlein è sopra a Bonaccini, Cuperlo è oltre il 15%. In Toscana, dove si sono affrettati a votare in tanti, Bonaccini è al 51% e Schlein al 41%. In altre regioni, soprattutto al Sud, il distacco è minore. Rispetto alle aspettative, nell’azzardo di questi primi risultati parziali, appare chiaro che i due candidati più votati sono più ravvicinati.

Come fa notare il sindaco di Bologna, Matteo Lepore:Si ha finalmente una vera corsa aperta tra candidati. Sono primarie vere”. E dunque anche combattute e qua e là anche tese. I ricorsi per “anomalie nel tesseramento e irregolarità procedurali” fioccano sul tavolo delle commissioni regionali e di quella nazionale per il congresso. Se Cuperlo ha reso noto con un comunicato di voler vedere le carte dei congressi della Calabria – dove “ci sono palesi violazioni del regolamento”, dice Cuperlo – è lungo tutto lo Stivale che si dipana la polemica. In Campania il senatore Sandro Ruotolo, che sostiene Schlein, chiede di “annullare i congressi del Partito Democratico che si sono svolti nella provincia di Salerno”.

I casi segnalati al comitato nazionale sono tanti. Nel Comune salernitano di Sessa Aurunca, dove il Pd alle ultime amministrative aveva preso 1200 voti, si sono iscritti al partito, solo negli ultimi giorni, 1050 cittadini. I congressi fanno miracoli, evidentemente. E le polemiche riguardano anche gli annunci che, in assenza di una comunicazione ufficiale, vengono fatti dai singoli comitati. Dal Comitato di Bonaccini vengono rilanciati sui social, dopo essere stati scelti uno a uno, gli esiti più favorevoli, sul piano locale, a fare da esempio per tutti. “Nell’Empolese Valdelsa Bonaccini è molto avanti”, hanno rilanciato ieri le agenzie. L’intento sembra quello dell’effetto band-wagon, la profezia che si autoavvera mediante l’indicazione di un caso su tutti.

Bonaccini e Schlein arriveranno fianco a fianco al voto aperto dei gazebo, il 26 febbraio. Da quattro si passerà a due competitor e quelle che sembrano utilità marginali, il 10% di Cuperlo e il 5 % di De Micheli, diventeranno preziose per il secondo turno. Dove possono votare tutti, purché si presentino ai gazebo con una moneta da due euro. Anche per quella fase il timore di inquinamenti esterni c’è, eccome. Ieri non a caso Giuseppe Conte ha pensato bene di far arrivare la sua indicazione ai Dem: “Devono esprimere una visione e identità chiara. Non possono dialogare con tutti, con il Terzo Polo, con noi, con chiunque ci sta. Noi una identità ce l’abbiamo e chiediamo anche loro la esprimano”. Eugenio Giani, presidente della Toscana, offre un ramoscello d’ulivo a Bonaccini e Schlein: “Il Pd si sta ravvivando, le loro posizioni sono perfettamente conciliabili”. Lunedì prossimo sapremo con quanta differenza i due vincitori affronteranno le primarie e quanti elettori torneranno ai gazebo. L’obiettivo è mezzo milione, se ci si arrivasse avrebbero vinto tutti.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.