Boris Johnson deve fare i conti con una nuova sconfitta elettorale. Uscito indenne dal voto di sfiducia promosso dai suoi stessi compagni di partito lo scorso 6 giugno per la questione del cosiddetto ‘Party gate‘, il premier britannico e leader dei Tory non può invece ‘festeggiare’ per i risultati emersi dalle urne nei collegi di Wakefield e di Tiverton e Honiton.

Le due elezioni suppletive hanno visto una rovinosa sconfitta per il partito conservatore, ultima di una serie di batoste elettorali di medio termine per BoJo. I due collegi, entrambi in mano ai Tory, sono passati infatti ai laburisti e ai liberaldemocratici.

Nel collegio sud di Tiverton e Honiton, storicamente controllato dai Conservatori, benestante e pro-Brexit, i liberaldemocratici hanno trionfato grazie al loro candidato Richard Foord, contro il -30% fatto segnare da Helen Hurford, la candidata scelta dai Tory dopo la ‘fine politica’ del suo predecessore Neil Parish, travolto dallo scandalo dei video porno sbirciati nella Camera dei Comuni.

Nel nord del Paese, nel collegio di Wakefield, parte della ‘Red Wall’, l’ex muro rosso laburista e socialista inglese, a tornare a prevalere è stato il Labour di Keir Starmer grazie al suo candidato Simon Lightwood. In realtà un successo dovuto più al tracollo dei conservatori, che hanno perso 17 punti. Il collegio di Wakefield era stato strappato alla sinistra in occasione del trionfo elettorale nazionale di BoJo del dicembre 2019: dal 1932 era sempre stato di ‘proprietà’ del Labour.

Immediate le reazioni politiche, col leader laburista Keir Starmer che vede nel voto nei due collegi “la conferma che il Paese ha perso fiducia” nel primo ministro e che il partito di BoJo “sta implodendo“. Per Ed Davey, numero uno dei LibDem trionfatori a Tiverton e Honiton, il responso delle urne dovrebbe spingere i conservatori a “fare finalmente la cosa giusta e silurare” la leadership di Boris Johnson.

Se da questo orecchio BoJo non vuole sentire, nel partito c’è chi invece ha deciso di fare un passo indietro. Oliver Dowden, ministro senza portafogli e responsabile della macchina organizzativa Tory dal 2021 in veste di presidente del partito, ha rassegnato le sue dimissioni.

Nella sua lettera al premier Johnson, Dowden pur senza dirlo apertamente si scaglia proprio contro il premier. “Non possiamo continuare ad andare avanti come se niente fosse. Qualcuno deve assumersi delle responsabilità”, sono le parole del presidente del partito, riferendosi proprio a Johnson e al suo ‘no’ netto a qualsiasi ipotesi di dimissioni.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia