Secondo alcune indiscrezioni, nel nuovo dpcm, il coprifuoco nazionale sarebbe fissato alle 22. È questa, secondo quanto apprende LaPresse, la linea decisa dal Governo dopo il braccio di ferro per determinare da quale ora della “tarda sera”, come detto ieri in Parlamento da Giuseppe Conte, partissero le limitazioni agli spostamenti delle persone anche nelle regioni ‘verdi’, ovvero a basso rischio.

COPRIFUOCO – “Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. È quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm che il governo discute con le regioni prima del varo.

SPOSTAMENTI TRA I TERRITORI – Nella bozza di Dpcm, e che resta in continuo aggiornamento, è “vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori” in scenario 4 nonché “all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti n cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Nelle Regioni in ‘scenario 3‘ “è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori”, salvo che per gli spostamenti motivati  da comprovate esigenze lavorative o  situazioni di  necessità ovvero per motivi di salute. “Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti n cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. “È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”, si legge ancora.

CONCORSI – Nella bozza si legge ancora la sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica

SCUOLA E MUSEI –  Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Sono sospesi le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura“.

L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. I corsi di formazione pubblici e privati possono svolgersi solo con modalità a distanza.

ATTIVITA’ COMMERCIALI – Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad eccezione delle. La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, e punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole; le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi; dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

RESTRIZIONI NELLE ZONE A MASSIMO RISCHIO  – Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attivita’ di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità. Nelle Regioni considerate a rischio ‘Alto’ nello ‘Scenario 4’ tutte le attività sportive, “anche svolte nei centri sportivi all’aperto, sono sospese”. Inoltre sono “sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva”. Inoltre “sono sospese le attività inerenti servizi alla persona fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti“.

LE REGIONI A RISCHIO – Secondo le ultime indiscrezioni, le regioni più a rischio di rientrare nello scenario ‘rosso’ sarebbero Lombardia e Piemonte. Qui potrebbe essere applicato il lockdown “light” di cui parlava la sottosegretaria Sandra Zampa, con la chiusura di tutti gli esercizi commerciali (ad eccezione di quelli di prima necessità e delle industrie” e delle scuole fino alla prima media. Nel secondo scenario di rischio, quello ‘giallo’, potrebbero rientrare regioni come Liguria, Puglia, Calabria, ma probabilmente anche Veneto e Campania. In queste regioni, secondo quanto emerge dalle intenzioni dell’esecutivi, ristoranti e bar resterebbero con le serrande abbassate tutto il giorno (non più alle 18), mentre resterebbero aperti parrucchieri e centri estetici. Nello scenario ‘verde’ le regioni subiranno le misure già previste a livello nazionale e annunciate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel discorso alla Camera di lunedì.

TRASPORTI PUBBLICI – A bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e, del trasporto ferroviario regionale con esclusione del trasporto scolastico dedicato è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento.

REGIONI POSSONO SCEGLIERE ZONE CON MISURE PIU’ STRETTE – Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 (…) sono individuate le Regioni o parti di esse che si collocano in uno “scenario di tipo 3” e con un livello di rischio “alto” di cui al citato documento di Prevenzione. Con ordinanza adottata dal Ministro della salute d’intesa con il presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale ed in ragione del rischio epidemiologico accertato, l’esenzione dall’applicazione di una o più delle misure.

LA DURATA DELLE MISURE – “Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020”. È quanto si legge nella bozza del Dpcm che il governo si proposta a discutere con le Regioni.

Redazione

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