Una lista che continua ad allungarsi. E’ quella degli ex o ‘quasi’ commissari alla sanità in Calabria, che può contare da oggi anche sul nome di Agostino Miozzo. Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, una solida esperienza nella gestione delle crisi maturata anche grazie alla collaborazione con Guido Bertolaso quando quest’ultimo era alla guida della Protezione civile, non sarà il futuro commissario calabrese.

Secondo un retroscena di Repubblica, Miozzo aveva posto tre condizioni all’esecutivo per poter essere messo in grado di lavorare in Calabria, condizioni però considerate troppo vincolanti dal premier Giuseppe Conte. In particolare Miozzo avrebbe chiesto dei “superpoteri” per fare fronte all’emergenza in atto da 11 anni, oltre a una squadra da almeno 25 persone per affiancarlo nella sua ‘missione’ calabrese.

Il nome di Miozzo sembrava quello giusto per una convergenza definitiva, trovando l’appoggio di tutta la maggioranza di governo. Il coordinatore del Cts poteva essere un modo per cancellare il tris di figuracce fatte con la gestione del commissariamento calabrese: dalle dimissioni di Saverio Cotticelli al passo indietro di Giuseppe Zuccatelli, fino al dietrofront in extremis dell’ex rettore de La Sapienza Eugenio Gaudio per il ‘no’ della moglie al trasferimento a Catanzaro.

Proprio su questo fronte era stata registrata la disponibilità di Miozzo che, con una battuta, aveva ironizzato: “Mia moglie non avrebbe alcun problema a trasferirsi a Catanzaro“, aveva detto il coordinatore del Cts qualche giorno fa.

Questa mattina proprio Miozzo è intervenuto a Radio Capital per parlare della situazione epidemiologica nel Paese e in particolare sul primo calo delle terapie intensive: “Non è ancora un bicchiere mezzo pieno, perché ci sono comunque 4mila persone in terapia intensiva. L’ottimismo deve essere prudente, si vede la luce in fonda al tunnel, ma il tunnel è molto lungo”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.