La terra ha tremato più volte nei Campi Flegrei nella notte tra il 4 e il 5 aprile. Un nuovo sciame sismico dovuto ai fenomeni del bradisismo ha investito la scorsa notte Pozzuoli e l’area flegrea. Dalla mezzanotte si contano 23 eventi di media bassa intensità accompagnati da boati con punte avvertite dai residenti alle 5.38 di magnitudo 2 della scala Richter a profondità 1.800 metri.

La scossa di maggiore intensità, alle 5.43 di magnitudo 1,6 a profondità 1.800 metri e alle 6:00 di 1,1 di magnitudo e profondità 1.500 metri. Secondo quanto riportato dall’Ansa, il fulcro del sisma è stato l’area del vulcano Solfatara, spaziando tra gli Astroni, la zona di Pisciarelli e la linea di costa a Sud-Ovest. La sequenza di eventi è tuttora in corso.

La scossa delle 5.38 è stata la più intensa che si è registrata dal 29 marzo scorso quando a Pozzuoli fu avvertito un evento di magnitudo 3.6, il più forte dal fenomeno bradisismico che interessò i Campi Flegrei nel biennio 1983-84. L’amministrazione comunale segue da vicino l’evolversi degli eventi ed ha immediatamente allertato Protezione Civile locale e Polizia Municipale per verifiche e controlli sul territorio. Al momento non si lamentano danni.

Poi intorno alle 11.30, l’Osservatorio Vesuviano, sezione napoletana dell’Ingv, ha comunicato all’Amministrazione comunale di Pozzuoli (Napoli) “la conclusione dello sciame sismico iniziato alle ore 5.37 di oggi”, come ha scritto su Facebook il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia. Sono stati registrati in totale 23 terremoti di magnitudo compresa tra -0.5 e 2.0, localizzati nell’area centrale dei Campi Flegrei.

Dopo la forte scossa di qualche settimana fa, la terra continua a tremare e molti cittadini hanno avvertito le scosse nella zona di Pozzuoli in particolar modo. In alcuni momenti si avvertono anche dei boati. Lo spavento corre tra i cittadini. È l’effetto del bradisismo, “il fenomeno del sollevamento del suolo. Dal 1984 al 2005 il suolo si era abbassato di 90 cm circa. Adesso abbiamo recuperato quasi totalmente, manca circa un centimetro a quella quota”, ha spiegato Giuseppe de Natale, ricercatore dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia in una recente intervista al Riformista.

E perché la terra sta tremando sempre più spesso nei Campi Flegrei? “I terremoti i quella zona avvengono esclusivamente quando c’è sollevamento del suolo – chiarisce il ricercatore – Sappiamo che dal 2005 a oggi c’è un fenomeno di sollevamento del suolo continuo, con tassi di sollevamento molto più bassi di quelli enormi che abbiamo visto negli anni ’80. Dall’ ’82 all’ ’84 ci furono picchi di sollevamento di un metro all’anno. Ora siamo a un sollevamento di 15 centimetri all’anno circa. La differenza è che all’epoca il fenomeno durò due anni e mezzo, ora sta durando da 17 anni”.

Cosa sta succedendo nel sottosuolo? “Quando il suolo si solleva vuol dire che c’è una sorgente di pressione – continua De Natale – Questa sorgente di pressione mette le rocce sotto sforzo e queste producono terremoti. Già dal 2017 abbiamo scritto e pubblicato su riviste scientifiche che finchè il suolo si sollevava, la sismicità poteva soltanto aumentare. Quando saremmo arrivati a livelli superiori a quelli dell’ 84, e ormai ci siamo molto vicini, la sismicità sarebbe diventata simile o addirittura superiore a quella dell’ ‘84. Oggi praticamente ci siamo quasi arrivati perché l’ultimo terremoto era di magnitudo 3 e mezzo, nell’ ’84 e ’83 avemmo magnitudo massime di 4.2”.

C’è da temere per questi terremoti? “Anche se giustamente spaventano le persone, non sono terremoti distruttivi, anche ne 1984 i terremoti di magnitudo massima non distrussero edifici, provocarono al massimo piccoli danni”. Istituti come l’INGV e la Protezione Civile vigilano attentamente su questi fenomeni per cui non c’è da temere. Esiste anche un piano di emergenza per far fronte a tutte le evenienze.

“Il piano di emergenza dei Campi Flegrei che è simile a quello del Vesuvio è costituito da 4 livelli – spiega ancora De Natale – Il livello base, verde, quando l’attività del vulcano è assolutamente nella norma. Quando ci sono delle osservazioni particolari che non sono del tutto normali, si assegna il livello giallo. Oggi i Campi Flegrei sono a livello giallo. Poi se i fenomeni anomali sono molto evidenti, sii passa al livello arancione, quello di preallarme. Infine il livello rosso, l’allarme totale. Se si dovesse arrivare a questo, speriamo mai, l’area rossa corrispondente a quel vulcano, deve essere evacuata in tre giorni perché si presume che ci possa essere un’eruzione con grande probabilità. Questi livelli vengono stabiliti dalla Protezione Civile e dalla Commissione Grandi Rischi basandosi sui dati degli istituti di ricerca e in particolare dell’ INGV”. “Tutto quello che le ho detto lo dico come ricercatore che da 35 anni si occupa di questa zona, non parlo a nome del mio istituto. Ma è la mia personale convinzione come ricercatore che conosce bene questi fenomeni”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.