Lo strano fenomeno sul lago di origine vulcanica
Campi Flegrei, il lago d’Averno si tinge di rosso: ecco perché

Gli abitanti dei Campi Flegrei stanno assistendo a una serie di fenomeni naturali che si stanno ripetendo sempre più spesso e con intensità sempre maggiore. Si tratta del bradisismo, dei terremoti e infine dell’acqua del mare a livelli bassissimi. A questi se ne aggiunge un altro piuttosto insolito: L’acqua del Lago d’Averno si tinge periodicamente di rosso, creando sfumature color vinaccia.
Qualcuno ha ipotizzato un problema di inquinamento, qualcun altro che i fenomeni fossero tutti accomunati da una matrice vulcanica particolarmente attiva nell’ultimo periodo. Ma gli scienziati confermano: “Non c’entra il bradisismo né i fenomeni vulcanici. In questa stagione succede spesso, ed è dovuta all’eutrofizzazione di certi tipi di alghe, che danno la colorazione rossa”.
LA SPIEGAZIONE SCIENTIFICA DEGLI ESPERTI DELL’INGV E ARPAC
“L’Averno è interessato periodicamente da fioriture algali di colore rosso-bruno, sostenuta dal cianobatterio Planktothrix rubescens che si verificano nei mesi invernali, soprattutto tra fine gennaio e inizio febbraio, o in concomitanza di temperature fredde notturne – ha specificato con una nota l’Arpac riportata dal Mattino il 14 marzo -. La comparsa delle fioriture algali in inverno si verificano a seguito di eventi climatici che determinano il rimescolamento delle acque del lago: il progressivo raffreddamento degli strati superficiali delle acque del lago porta allo sprofondamento di tali acque in profondità, favorendo e permettendo la risalita in superficie dei cianobatteri che trovano in superficie le condizioni favorevoli alla riproduzione”.
Ad ogni modo il fenomeno si ripete periodicamente. Il fenomeno era già accaduto a marzo 2021. Anche allora, una patina color ruggine ricopriva l’acqua, a tratti melmosa, sulla sponda destra del Lago d’Averno, nei pressi del Tempio di Apollo.
Un fenomeno che succedeva probabilmente anche nel passato e forse anche gli antichi ne erano colpiti. Il lago, tra Lucrino e Cuma aveva già all’epoca dell’antica Grecia una certa sacralità. E la magia del luogo era data anche dai cambi di colore delle sue acque e da una particolare circostanza: non c’erano uccelli. Da qui anche il nome, Avernus, dal greco “senza uccelli”. Si narra che tale assenza fosse dovuta al fatto che le acque del lago esalassero dei particolari gas che non permettessero la vita agli uccelli.
Secondo la religione greca e poi romana, era un accesso all’Oltretomba, regno del dio Plutone: per tal motivo, gli inferi romani (l’Ade greco) si chiamano anche Averno e non a caso la mitologia lo riconosce come porta dell’oltretomba, nonché come dimora terrestre dell’angelo caduto Lucifero. Il lago di Averno giace all’interno di un cratere vulcanico spento, nato 4.000 anni fa.
Infatti anche il poeta Virgilio, nel sesto libro dell’Eneide, colloca vicino a tale lago l’ingresso mistico agli Inferi, dove l’eroe Enea deve recarsi (scrupea, tuta lacu nigro nemorumque tenebris VI, 238). Il lago d’Averno è il secondo per dimensione, dopo il Fusaro, dei laghi presenti nei Campi Flegrei. Nel corso del XIX secolo è stato oggetto di studio in particolare per il fenomeno ottico della Fata Morgana. Un luogo da sempre ricco di magia che non smette di stupire quanti lo visitano.
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