Il tetris delle nomine
Caravelli, il capo AISE che riporta a casa Sala e risolve il rebus sui servizi per il dopo Belloni
Il Falcon decollato in mattinata da Teheran è atterrato poco dopo le 16 all’aeroporto di Ciampino con la giornalista de “Il Foglio” e di “Chora Media” Cecilia Sala, e il direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), Giovanni Caravelli. È anche questa una prima volta: mai un direttore dei servizi segreti si era esposto in prima persona, volando a Teheran. Lo può fare perché è ormai a un passo – premiato sul campo, e per indubbio merito – dalla promozione “politica”: quel posto vacante di direttore del DIS, che coordina da Palazzo Chigi il lavoro delle due agenzie di intelligence, AISE e AISI, potrebbe ormai essere considerato suo.
Potrebbe, perché tanti rimangono i fattori in gioco. Il primo, quello che più preoccupa Giorgia Meloni, in cerca di stabilità sul piano dei servizi, è che spostare la pedina Caravelli equivale a scombinare un po’ tutto il tetris delle nomine, muovendole, a cascata, tutte. Ecco perché rimane in pista anche la candidatura di Bruno Valensise. L’approdo di Valensise al Dis, tra l’altro, sarebbe sponsorizzato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Ma alla guida del Dipartimento potrebbe approdare uno dei due vice di Belloni, il prefetto Alessandra Guidi o Giuseppe Del Deo, che nel 2023 fu nominato vicedirettore Aisi, di cui era stato capo reparto per l’intelligence economico-finanziaria sotto la direzione del generale dei Carabinieri Mario Parente.
Ma si fa anche il nome di Vittorio Rizzi, che da settembre è vicedirettore dell’Aisi. Sullo sfondo restano anche altre ipotesi, tra cui quella del comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, del prefetto di Roma Lamberto Giannini e del generale Francesco Paolo Figliuolo, fresco di nomina come vicedirettore Aise. La nomina del direttore generale dei Servizi segreti spetta alla premier Giorgia Meloni, dopo aver acquisito il parere del Cisr: si tratta quindi di un incarico che sul piano formale non richiede il via libera del Consiglio dei ministri, convocato per giovedì alle ore 18 dopo la lunga conferenza stampa di inizio anno della premier. Le dimissioni di Belloni saranno effettive a partire dal 15 gennaio: l’obiettivo, dunque, è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale.
© Riproduzione riservata