Mentre le proteste degli imprenditori contro il caro bollette sono all’ordine del giorno, il Governo Draghi sta lavorando a pianificare interventi per coprire gli aumenti del gas e dell’energia a sostegno di imprese e famiglia. La prima urgenza è trovare i fondi. Con il Decreto Aiuti Bis l’esecutivo aveva programmato di incassare 10,5 miliardi di euro con una tassa una tantum sugli utili extra delle aziende del settore. Si tratta di un pagamento in due fasi: la prima da pagare entro il 30 giugno (il 40%) e il resto entro il 30 novembre (il 60%). Ma molte aziende hanno deciso di non pagare facendo ricorso puntando sull’incostituzionalità della misura. Dunque il Governo non ha potuto contare su quel tesoretto.

Come ricostruito da Open, il costo del gas è vicino ai 350 euro al megawattora. Secondo i citati calcoli di Unione Consumatori, una famiglia tipo pagherà per la bolletta del gas 127 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Aumenti anche per l’elettricità che in media dovrebbero arrivare a 80 auro in più. In pratica per le bollette potrebbero arrivare a costare 200 euro in più solo per gli oneri di energia. Ed è questa la situazione a cui il governo vuole far pronte cercando fondi per aiutare famiglie e imprese. Ma va cauto ed esclude l’ipotesi di uno scostamento. Per quanto riguarda le coperture, sul credito d’imposta per le imprese energivore, che è in vigore fino a settembre, si valutano due ipotesi. Ovvero la proroga fino al termine dell’anno o un aumento dell’aliquota.

Il 31 agosto scade il pagamento dell’acconto sulla tassa degli extraprofitti delle aziende energetiche. Il contributo straordinario si calcola sull’incremento degli incassi tra il primo ottobre 2021 e il 30 settembre 2022. Se l’aumento è superiore al 10% del totale o maggiore di 5 milioni di euro bisogna pagare il 25% del contributo all’erario. In due parti, l’acconto a giugno e il resto a fine novembre. Il provvedimento riguarderebbe circa 10mila aziende, tra aziende medie e piccole e colossi ma molti non hanno versato il contributo facendo ricorso.

La contestazione si basa su argomenti giuridici e fiscali. Innanzitutto sul calcolo degli extraprofitti. Per le aziende la scelta del differenziale Iva come criterio è un principio sbagliato perché sono numerose le variabili che possono influenzare quel numero. Ad esempio l’incremento delle quote di mercato. Poi il calo dovuto al lockdown che avevano abbassato consumi e prezzi.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.