Un terremoto finanziario e speculativo senza precedenti potrebbe travolgere l’Italia. Ci scommettono – rivela il Financial Times – gli investitori degli hedge found che puntano ‘contro’: scommettono sul deterioramento del debito pubblico italiano nel breve periodo. Sciacalli? Speculatori. Le ciniche regole del gioco prevedono di scommettere anche sui fallimenti. Certamente la sfiducia sulle previsioni di vittoria del centrodestra pesa, e molto. I nomi messi in circolazione – a partire da quello di Giulio Tremonti, per non citare gli euroscettici Borghi e Bagnai – sembrano aver affossato le stime sulla tenuta dei conti pubblici. Ed ecco che Giorgia Meloni si affretta a rassicurare: «Con noi, le finanze pubbliche saranno al sicuro».

Nella City le credono ancora poco. Quella piazzata dagli hedge fund è la più grande scommessa contro i titoli di stato italiani dalla crisi finanziaria globale. Una mossa legata alle crescenti preoccupazioni per le turbolenze politiche a Roma e la dipendenza del Paese dalle importazioni di gas russe. «Non esisterà più dipendenza dall’energia di Mosca a partire dall’autunno 2024», aveva detto Mario Draghi dal Meeting di Rimini. I gestori dei grandi fondi hanno messo agli atti e continuato a puntare come prima. Pollice verso: il valore totale delle obbligazioni italiane prese in prestito per scommettere su un calo dei prezzi ha raggiunto questo mese il livello più alto da gennaio 2008, a oltre 39 miliardi di euro, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence.

«L’Italia è il paese più esposto all’andamento dei prezzi del gas e lo scenario politico è ancora incerto», afferma Mark Dowding, CIO di BlueBay Asset Management, che gestisce circa 106 miliardi di dollari di asset. Bluebay AM sta vendendo allo scoperto obbligazioni italiane a 10 anni utilizzando i futures. Le obbligazioni italiane hanno visto una impennata delle vendite da parte degli investitori, chiaro segnale di sfiducia dei mercati in risposta all’incertezza politica. Il rendimento del debito decennale italiano è salito al 3,7%, spingendo il divario, o “spread”, con il debito tedesco – un barometro del rischio paese – a 230 pb.

Tuttavia, va detto, nella giornata di ieri le conseguenze immediate sui mercati sono rimaste contenute. La borsa ha ceduto uno zerovirgola, lo spread non si è mosso. «Dobbiamo stare attenti alle speculazioni sul gas, in gran parte immotivate», mette in guardia il presidente del Copasir, Adolfo Urso, Fdi. Che prosegue: «Quelle sul gas mi preoccupano di più di qualche voce sugli scommettitori stranieri: le turbolenze in campagna elettorale sono fisiologiche, ma in democrazia vincono gli elettori». Scommettere contro il debito italiano in passato è stata una mossa altamente redditizia per gli hedge fund, perdurando i timori sui 2,3 trilioni di euro di titoli di stato in circolazione nel Paese.
C’è d’altronde il precedente del governo Conte I. Nel 2018, mentre i mercati si preoccupavano dell’intesa gialloverde, chiedendosi se avrebbe aumentato i livelli di debito e allentato i legami con l’Ue, gli hedge fund avevano aumentato le loro scommesse come successo ieri.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.