Gli ingredienti ci sono tutti. Insomma, il perfetto Watergate all’italiana, uno “spaghetti western”. Una sceneggiatura degna delle scatole cinesi: lo spyware di un’azienda israeliana; 7 tra giornalisti e attivisti dell’opposizione tenuti sotto controllo; la stampa inglese che ipotizza la rescissione del contratto da parte di Paragon per violazioni; il governo che si trincera nel segreto di Stato; le minoranze che si infuriano. Un po’ come nelle vite degli altri, ma senza Stasi, e per di più subito dopo il caso Almarsi, il torturatore libico rispedito a casa, nonostante il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale.

Le parole di Nordio

Ieri a Montecitorio l’ultimo colpo di scena: il governo, che aveva premesso di non poter rispondere alle interrogazioni parlamentari di Pd e Italia Viva, alla fine si presenta a Montecitorio con il Guardasigilli. “Nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024”, dice il ministro Carlo Nordio rispondendo al capogruppo di IV Davide Faraone. Infondate quindi le supposizioni che riguardavano la Polizia penitenziaria, l’altra arma di polizia in possesso del trojan, secondo i sospetti del senatore Matteo Renzi. Un chiarimento che però non basta alle minoranze, che devono aggiornare in fretta il copione sul governo reticente. Sbotta il renziano Faraone: “È sempre più la Repubblica delle banane: ieri ci avevate detto che non potevate rispondere perché c’è il segreto di Stato, e lei oggi viene qui e spiattella tutto quello che era secretato… ma è incredibile, siamo nelle mani di nessuno, ma si rende conto?”.

La replica di Schlein

Ad alimentare la sceneggiatura è la segretaria del Pd Elly Schlein, che replica a Nordio: “È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo. Il paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento”. Una parte se la ritagliano anche i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: “Abbiamo incontrato più volte Luca Casarini, la presidente del Consiglio ci dica se siamo stati intercettati anche noi”. E il co-portavoce dei Verdi la mette giù dura: “Se Meloni pensa che fa come Trump, che firma ordini esecutivi ed è Dio, patria e tutto, se lo scordi. Il governo su questa cosa rischia di traballare. Noi riteniamo responsabile Meloni, è meglio che dica la verità subito”. Chi ha usato Paragon oltre ai Servizi segreti? L’azienda israeliana aveva infatti fatto sapere che esisteva un altro corpo di polizia a cui era stato fornito il sistema. E siccome, in maniera più o meno velata, sia la Polizia di Stato, sia i Carabinieri, che la Guardia di Finanza avevano negato di avere in dotazione Graphite, i sospetti si sono progressivamente concentrati sulla Polizia penitenziaria. E proprio su questo interrogativo vertevano le interrogazioni parlamentari di Pd e IV discusse ieri a Montecitorio. La vigorosa smentita di Nordio infittisce il mistero.

Gli spiati

Intanto si mobilitano anche la Federazione nazionale della stampa e l’ordine dei giornalisti, che presentano una denuncia contro ignoti: “Alcune notizie sono certe. Almeno un giornalista (il direttore di Fanpage Francesco Cancellato) è stato spiato con il sistema Paragon. Ed è altrettanto certo è in servizio solo ad autorità e apparati statali. Quindi quello che noi vogliamo è sapere chi è stato spiato, da chi è stato spiato e perché è stato spiato”. Con un timore inquietante: “Pensiamo che ci possano essere altri giornalisti spiati e abbiamo la necessità di sapere se ci sono, quanti sono, perché sono stati spiati e soprattutto da chi sono stati spiati”. Naturalmente si fa sentire anche il leader 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Chiamiamo alle sue responsabilità questo governo che dovrebbe avere maggiore trasparenza con i cittadini e maggiore rispetto dei cittadini e del Parlamento”. Insomma, tutto letteralmente “sotto controllo”, tra segreti di Stato e improvvise rivelazioni: una perfetta spy story all’italiana.