L'appello
Caso Pittelli, Liguori: “Magistratura innervosita per la troppa attenzione della società civile”
Il direttore del Tgcom Paolo Liguori, durante la trasmissione di “Fatti e Misfatti” in onda lunedì 7 febbraio, è intervenuto sul caso dell’avvocato Giancarlo Pittelli, l’ex parlamentare che da oltre due anni è privato della libertà a seguito di un’inchiesta giudiziaria ancora lontana da una sentenza di primo grado. Dal 12 Gennaio Pittelli ha iniziato, comunicandolo con una lettera al direttore del Riformista, uno sciopero della fame, affermando la volontà di “lasciarsi morire”.
Nel corso della puntata, Liguori, sottolineando la presenza di errori nella carta dell’accusa, ha detto: “Abbiamo il diritto e il dovere di intervenire quando una persona è in carcere”. Nel lanciare la campagna firme (appelloperpittelli@gmail.com) per la scarcerazione dell’avvocato, il direttore del Tgcom ha evidenziato come certa magistratura sia preoccupata dall’attenzione della società civile sui casi giudiziari: “L’idea che una persona anche nel carcere possa radunare attorno al suo caso una fetta di opinione pubblica innervosisce”. In studio con Liguori anche Tiziana Maiolo, scrittrice e giornalista de Il Riformista, e Giovanni Paolo Bernini, portavoce del Comitato “Appello per pittelli”.
Maiolo, attraverso il Riformista, ha lanciato un invito alla ministra della Giustizia Marta Cartabia per intervenire sul caso che riguarda Pittelli, “impegnato in un digiuno totale che intende portare ‘fino alla fine’, come scrive nelle lettere alla famiglia, con un’amarezza piena di rassegnazione che non ricorda neanche lontanamente la persona che era, avvocato brillante e politico accorto. Cioè personaggio svantaggiato, secondo la filosofia di certi pubblici ministeri, pronti al massimo di comprensione nei confronti di chi “ha rubato una mela”, ma vendicativi verso chi indossa la toga sbagliata, cioè quella del difensore e sprezzanti nei confronti dell’esponente politico, certi come sono che abbia rubato ben più di una mela”.
Come sottolineato in più occasioni dal direttore de Il Riformista, Piero Sansonetti, sono state raccolte “circa 750 firme di solidarietà in pochissime ore, che dimostra l’interesse di una parte di società a queste problematiche“. Ma a queste problematiche, sentenzia il direttore, “non si interessa l’establishment, né quello politico, né quello giudiziario”.
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